Vincos – il blog di Vincenzo Cosenza

Lovink: i blogger sono i nuovi nichilisti

“Zero Comment” di Geert Lovink, direttore dell’Institute of Network Culture presso il Politecnico di Amsterdam, raccoglie 3 saggi ascrivibili al filone di teoria critica della rete. Ho trovato la sua scrittura poco fluida e i suoi discorsi frammentari, ma pur non condividendo il suo pensiero relativamente al saggio “Bloggare: l’impulso nichilista” val la pena sottoporvelo per ragionarci assieme.

Secondo Lovink “il cinismo non è un tratto caratteriale del blogger ma una condizione tecno-sociale (…) il cinismo della rete è costituito da freddo illuminismo, una condizione post-politica” il blogger si confessa (nell’accezione di Foucault) attraverso il blog, vuole dire la (sua) verità e liberarsi, “una verità ormai divenuta punto di domanda, un progetto amatoriale”.

Ci troviamo di fronte ad un “nichilismo compiuto” come inteso da Vattimo ossia non come assenza di significato ma come pluralità di significati…”non esistono assoluti morali o leggi naturali infallibili e la “verità” è inevitabilmente sogettiva”.

Addirittura spesso alludendo ad un legame tra blog e fondamentalismo, afferma che “i blog esprimono paura, insicurezza e disillusioni personali, ansie in cerca di complicità. Raramente vi si trova passione (fatta eccezione per l’atto di bloggare in sè)”

Inoltre la tendenza a sfiorare gli argomenti, “ad indicare un articolo senza approfondirlo e offrine un’opinione vera e propria, salvo dire che vale la pena essere citato è una pratica diffusa e fondativa del blogging”. Insomma i blogger sono interessati solo a se stessi e alle metriche di successo, “creano arcipelaghi di link interni, ma si tratta di legami molto deboli”.

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