La Repubblica mi ha chiesto un parere sull’efficacia delle attività di Matteo Renzi sui social media.
Come già avevo spiegato al Corriere, qualche giorno prima, il premier dal suo insediamento ha puntato soprattutto su Twitter, probabilmente perché più immediato e facile da aggiornare personalmente, senza bisogno di uno staff. Bastano pochi caratteri per ottenere l’attenzione, soprattutto dei giornalisti.
La gestione di Facebook richiede maggior cura perché non basta il testo, ma è necessaria almeno l’aggiunta di un’immagine adeguata per farsi scegliere dall’algoritmo di distribuzione del News Feed.
Poi è arrivato Facebook Live, che garantisce visibilità, multimedialità e interattività con un click, a patto di essere a proprio agio con le dirette e la gestione delle domande. E in questo il presidente del consiglio è stato molto bravo, anche se dal primo live, che ha fatto registrare qualcosa come mezzo milione di visualizzazioni, si è arrivati progressivamente alla metà.
Venendo ai numeri, analizzati con Social Analytics di Blogmeter, negli ultimi 12 mesi Renzi su Twitter, dove è leader tra i politici per engagement e follower, ha stimolato 3.288.100 interazioni (+127% rispetto ai 12 mesi precedenti), con una media per ogni tweet di 1.273 interazioni (-5%). I follower sono cresciuti di 523.109 unità (+28%).
Su Facebook, dove deve recuperare terreno rispetto a Salvini e alcuni esponenti del M5S, nell’ultimo anno ha stimolato quasi 4 milioni di interazioni (+130% rispetto ai 12 mesi precedenti), in media ogni suo post riceve 3.545 interazioni (+60%). I fan però non sono cresciuti molto: solo del 10% ossia di 81.400 unità.
Instagram rimane ancora terreno di sperimentazione sporadica per i politici italiani. Anche qui Renzi, pur posizionato bene per follower, è costretto a rincorrere Giorgia Meloni e poi Matteo Salvini in termini di interazioni generate.
Facile prevedere che in vista del referendum le attività del premier sui social media si faranno più strutturate.