Il consumo di musica in tutto il mondo è cambiato profondamente in questi anni. Nel 2010 l’84% del mercato era ad appannaggio delle vendite di supporti fisici, nel 2019 queste sono scese al 26% e lo streaming vale il 63% della torta.
Il leader di mercato è Spotify con 248 milioni di utenti mensili e 113 milioni di abbonati. A grande distanza Apple Music con oltre 60 milioni di utenti e Amazon Music con 55 milioni (di questi due non si conosce la quota dei paganti).
Per fare il punto delle situazione ho dato uno sguardo al rapporto IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) che ha intervistato 34000 persone nelle 19 nazioni più rilevanti per il mercato discografico.
L’89% degli intervistati usa qualche servizio di streaming per ascoltare musica, il 64% usa servizi di audio streaming. Il valore più alto di questi ultimi si registra nella fascia 16-24 (83%). I più giovani sono anche coloro che preferiscono scaricare musica a pagamento, anziché comprare CD o vinili. Permane un 27% che acquisisce musica illegittimamente.
Il consumo di musica in Italia
Gli italiani trascorrono 16 ore a settimana ad ascoltare musica e il 57% lo fa usando un servizio di streaming. Tra i giovani di età 16-24 la percentuale di streamer sale al 71%.
Dai miei dati emerge che l’app più popolare è Spotify che ha 10 milioni di utenti italiani.
Ma non c’è solo audio. Il 61% guarda video in streaming e l’81% usa YouTube anche per la musica.
Come si ascolta la musica? Il 37% continua ad utilizzare la cara vecchia radio (in crescita del 29% rispetto all’anno scorso), il 22% usa lo smartphone (ma tra i giovani la percentuale sale al 44%), il 16% il computer. Una minoranza cita il giradischi/hi-fi 10% e il 2% gli smart speaker (anche se l’uso più ampio di questi ultimi è al 16%).
Prevedibilmente i momenti preferiti di consumo sono in auto (76%), a casa (63%) e nel tragitto casa-lavoro (43%).
I generi più ascoltati sono il pop (63%), il pop italiano (61%), il rock (54%, soprattutto tra i 25-44enni), il cantautorato (49%). L’hip-hop e la trap si fermano al 25%, ma sono il secondo genere, dopo il pop, preferito dai giovani (53%).
L’acquisto della musica, in qualsiasi formato, è dichiarato dal 26% degli intervistati. A preferire i CD/DVD è la fascia 35-44, mentre i più giovani scelgono il download.
Facile immaginare che dallo streaming non si torni più indietro, ma la guerra tra le piattaforme è ancora solo all’inizio. Tra le modalità di consumo probabilmente cresceranno gli smartphone e gli speaker smart e non. La radio rimane l’incognita più interessante. Cosa ne pensate?