Col termine marketplace si è soliti riferirsi ad una piattaforma web based che mette in connessione compratori e venditori di beni e servizi, facilitandone le transazioni. Tipicamente la tecnologia permette ad entrambe le parti di facilitare il contatto (anche attraverso opzioni di messaggistica interna), gestire la relazione, concludere e tener traccia delle compravendite (abilitando strumenti di pagamento). L’azienda guadagna una percentuale sulla transazione avvenuta.
eBay, Airbnb, Uber, Alibaba sono tra le organizzazioni che negli ultimi venti anni hanno sviluppato questo tipo di tecnologia e hanno rivoluzionato intere industrie, facendo leva sull’infrastruttura internet e sull’effetto rete.
In particolare, i marketplace sono soggetti ad un effetto rete bilaterale (2-sided network effect) perché il valore della rete per una delle parti del mercato (es. i venditori) cresce al crescere dell’altra parte (i compratori) e viceversa.
Ancora oggi il fenomeno marketplace non accenna a scemare. Tanti imprenditori stanno applicando questo modello a nuovi mercati, riuscendo a stimolare un proficuo network effect e a soddisfare i bisogni dei moderni consumatori.
Per approfondire questo aspetto, a16z ha compilato una lista dei 100 maggiori marketplace B2C, utilizzando i dati di Second Measure, relativi alle vendite di 5.200 aziende degli Stati Uniti, ordinati secondo il Gross Merchandise Value (il volume totale delle transazioni).
L’analisi dello scorso anno aveva premiato aziende come Airbnb e Doordash, mentre quest’anno sale al primo posto Instacart. L’azienda statunitense di delivery e pick-up della spesa assorbe ben il 70% di tutto il GMV generato dalle prime cento realtà censite. Valve raccoglie l’8,3%, Vacasa il 2,3%, StockX per l’1,5%, Rover e Goat all’1,1,% e tutte le altre sono sotto l’1%.
Tra i primi 10 classificati ci sono realtà interessanti e poco conosciute in Italia:
- Valve è un marketplace (Steam) che connette creatori di giochi e oggetti di gioco con utilizzatori. La capogruppo è anche una casa di produzione di videogiochi, come Half-Life, e un’azienda di hardware;
- Vacasa è un sito per individuare case di qualità per le vacanze, mettendosi in relazione direttamente con i proprietari;
- StockX nasce per permettere di acquistare e vendere sneakers (soprattutto da collezione), ma ora offre anche accessori ed elettronica. Abbastanza simile è GOAT. In ambito abbigliamento compare anche ThredUp, che è un mercatino di vestiti e accessori di seconda mano;
- Rover è una rete mondiale per individuare pet sitter e dog walker;
- Viagogo è una piattaforma di rivendita di biglietti per eventi live;
- Turo, mette in contatto chi vuole noleggiare un auto con il suo possessore, puntando sulla pulizia e la sicurezza del veicolo;
- Outschool è balzata al decimo posto con la sua offerta di lezioni dal vivo per i giovani dai 3 ai 18 anni, fatte da insegnanti appassionati. Essi scelgono quanto farsi pagare e il 30% dell’ingaggio va alla piattaforma.
Sicuramente quest’anno la pandemia ha pesato sull’economia dei marketplace, annichilendo alcune categorie (cura dei bambini, biglietterie, spazi per uffici) e facendo emergere nuove startup focalizzate su nicchie merceologiche come quelle relative agli animali, alla cannabis e ai collezionabili o all’EduTech (tecnologia a supporto dell’educazione).
L’azienda che è cresciuta di più nel 2020 è stata Whatnot, una sorta di mercato di comunità per vendere e comprare oggetti da collezione (figurine, action figure, gadget) che fa leva sul fenomeno del social live shopping.
Altro grande performer è stato Good Dog, un marketplace che connette aspiranti possessori di cani con allevatori professionali, canili o persone che hanno accolto cuccioli abbandonati.
Da tenere d’occhio anche Cameo, per l’ingaggio di personaggi famosi, Faire, che permette ai negozi al dettaglio di fare acquisti all’ingrosso da 15.000 brand indipendenti, HipCamp, per le prenotazioni di campeggi, case nei boschi, sugli alberi o in luoghi esclusivi (cosiddetto “glamping” o glamorous camping).
In definitiva i marketplace rappresentano un modello di business non facile da gestire (per via dell’attenzione dovuta a due diverse tipologie di clienti, che rappresentano i due lati del mercato), ma che può dimostrarsi molto utile per i liberi professionisti, soprattutto in momenti di difficoltà dell’economia.