Vincos – il blog di Vincenzo Cosenza

Strategie competitive nel mercato dell’intelligenza artificiale generativa

Da due anni a questa parte, dal lancio di ChatGPT, l’intelligenza artificiale generativa ha iniziato ad avere un impatto concreto nelle vite di qualche centinaio di milioni di persone e di moltissime aziende, grandi e piccole. La GenAI rappresenta un insieme di tecnologie dirompenti che stanno modificando mercati esistenti e creando un nuovo campo di confronto tra vecchi e nuovi attori.
Per questo mi sembra interessante capire quali possono essere le strategie competitive delle aziende che vogliono trasformare la GenAI in prodotti/servizi in grado di soddisfare bisogni concreti.

I player del mercato GenAI

Gli attori principali del mercato dell’IA generativa sono molti: i costruttori di hardware per il computing (GPU, chip dedicati e infrastrutture), i provider di infrastrutture e servizi cloud per l’addestramento dei modelli o il loro uso, i creatori di modelli fondazionali, gli sviluppatori di applicazioni di diverso tipo.  

Per semplicità di trattazione mi concentrerò sui player che hanno un impatto più evidente sulle nostre vite di consumatori ossia chi crea modelli fondazionali e chi sviluppa applicazioni.

Livello 1: competizione a livello di modelli

La prima fase di sviluppo del mercato della GenAI è stata caratterizzata dalla materializzazione di un nuovo mercato, non esistente prima, frutto dell’iniziativa di organizzazioni concentrate nello sviluppo di Foundation Model ossia modelli fondativi o fondazionali orizzontali, general purpose: Large Language Model come GPT per la generazione di testi o Diffusion Model come Stable Diffusion per la creazione di immagini.

Alcuni di questi possono essere modelli di base, altri possono essere modelli ottimizzati (fine-tuned model).
Inoltre, questi modelli fondativi possono essere chiusi, ossia di esclusiva proprietà e disponibilità dell’azienda che li ha progettati che decide i tempi e le modalità di accesso. Altri possono essere aperti, rilasciati con licenza open source (come Lllama di Meta), quindi il loro codice è scaricabile e usabile gratuitamente dagli sviluppatori interessati ad ispezionarlo, migliorarlo e arricchirlo per la creazione di un proprio prodotto.

Vantaggio competitivo

A questo livello la competizione è basata sulla capacità degli sviluppatori di realizzare modelli capaci, veloci e affidabili. ovviamente, anche sulla capacità di rimanere sul mercato, progettando un modello di business sostenibile ossia in grado di ripagare le enormi risorse investite (nell’addestramento e nel mantenimento dell’operatività) e realizzare un utile.
Le aziende che sviluppano modelli chiusi adottano un business model basato sulla vendita dell’accesso alle API. Fanno, cioè, pagare gli sviluppatori che intendono interrogare il modello, richiamare le sue funzioni all’interno di un proprio ambiente di sviluppo o di un’applicazione.
La dinamica competitiva si sviluppa non solo tra aziende che offrono modelli proprietari antagonisti (es. OpenAI, Google e Anthropic), ma anche tra queste e quelle che regalano i propri modelli in modalità open source (es. Meta e Deepseek). Queste ultime non sono interessate a fare profitto sui propri modelli, ma ad erodere quote di adozione agli altri.

Livello 2: competizione a livello di app

Il modello di business implementato dalle aziende che creano Foundation Model apre le porte ad un altro mercato, potremmo dire di secondo livello, che è quello delle applicazioni di intelligenza artificiale generativa ottenute per “Unbundling” (per dirla con Sangeet Paul Choudary) ossia spacchettando il modello fondativo. Un mercato che, in larga parte, entra in competizione con prodotti preesistenti.

Si tratta di un mercato molto competitivo nel quale si confrontano diversi attori:

Vantaggio competitivo

Per sopravvivere in questo mercato bisogna sviluppare un vantaggio competitivo e ognuna di queste aziende si affida ad elementi diversi.

Livello 3: Hub

A questo punto il passo successivo è riuscire a diventare un aggregatore di prodotti/servizi per partner/attori B2B oppure B2C, in modo da semplificare il flusso di lavoro delle persone. Oggi siamo costretti ad usare diverse applicazioni IA di vari fornitori per soddisfare tutte le nostre esigenze (un’app per migliorare i testi, una per generare immagini e così via). Chi riuscirà ad offrire un bundle di prodotti, all’interno di una unica interfaccia user-friendly, potrebbe riuscire a scalzare anche player che hanno conquistato un vantaggio nei primi due livelli. Si tratta di un’operazione tutt’altro che facile. Probabilmente i più avvantaggiati sono i player che già offrono una suite di prodotti come Microsoft, Google e Adobe.

Ma non è detta l’ultima parola. Una variabile nuova che potrebbe costituire una minaccia per gli incumbent e un’opportunità per nuovi entranti potrebbe essere rappresentata dall’emergere di Agenti Autonomi basati su Large Language Model. Questi potrebbero operare come orchestratori di servizi diversi all’interno di un ambiente di lavoro unico e user-friendly.

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