Vincos – il blog di Vincenzo Cosenza

Anteprima Google AI Mode: la search del futuro?

Google AI Mode Test

Google ha annunciato una nuova funzione nel suo motore di ricerca, chiamata “AI Mode”. Ancora è sperimentale e disponibile solo ad un gruppo di beta tester (e agli abbonati Google One AI Premium negli Stati Uniti). Io sono tra questi e l’ho potuta provare in anteprima.

Cos’è AI Mode?

AI Mode è una funzione di ricerca potenziata dall’intelligenza artificiale generativa, in particolare dal modello Gemini 2.0 (forse dal modello Flash). È collocata in una sezione separata di Google Search, dunque non inficia le ricerche classiche ma, al tempo stesso, viene esposta alla visione di due miliardi di persone. Quindi il suo impatto potrebbe essere enorme, quando verrà rilasciata a tutti.

AI Mode è progettato come un chatbot conversazionale, per cui dopo una prima risposta, l’utente può continuare a fare domande per approfondire il risultato.

La caratteristica di AI Mode è che usa una tecnica detta “Query Fan-Out” che avvia ricerche multiple contemporanee su argomenti e fonti diverse, per poi riassumerle in una risposta strutturata. In questo modo si dovrebbero ottenere informazioni più ricche e approfondite rispetto alle classiche ricerche sul web.

Differenze tra AI Mode e AI Overviews

Prima dell’introduzione dell’AI Mode, Google aveva già implementato le “AI Overviews” (negli USA), ovvero sintesi dei risultati di ricerca generate dall’intelligenza artificiale. AI Overview fornisce una panoramica rapida delle informazioni richieste, spesso posizionate sopra i risultati organici.
Le AI Overviews sono utili per risposte concise a domande specifiche, mentre l’AI Mode va oltre, offrendo risposte più elaborate e la possibilità di interagire ulteriormente con il chatbot per esplorare dettagli aggiuntivi.

L’AI Mode nella strategia di Google

L’introduzione dell’AI Mode si inserisce nella strategia più ampia di Google di integrare l’intelligenza artificiale in tutti i suoi servizi, ma è anche una risposta alla crescente concorrenza nel campo delle ricerche potenziate all’IA (come dimostrano, ad esempio, Perplexity e le funzioni di Search e Deep Research di ChatGPT).

AI Mode è un esperimento per capire in che direzione va il nostro modo di cercare informazioni nell’era della GenAI. Nel momento in cui tutti i chatbot propongono le proprie funzioni di ricerca web, il motore di ricerca classico potrebbe perdere rilevanza come porta d’ingresso al mondo dell’informazione. Di conseguenza, il leader cerca di corazzarsi in vari modi: sia proponendo un chatbot in grado di fare ricerche come gli altri, sia potenziando il suo motore (con AI Overviews e con AI Mode).

La grande domanda è: i chatbot fagociteranno tutto oppure no? Faremo tutto lì dentro, anche le ricerche oppure l’atto di ricercare informazioni diventerà sempre più frammentato e cambierà a seconda del contesto? Per cui se sto già usando un chatbot per una certa attività, mi sarà più facile continuare a fare domande di ricerca in quell’ambiente. Se, invece, sto cercando qualcosa su un motore di ricerca, continuerò lì ad approfondire la richiesta con l’IA.

Certo, scalfire il dominio di Google non sarà semplice. OpenAI è l’unica che potrebbe riuscirci. È l’azienda che più di tutte aspira a diventare la Google dell’era AI (si vedano i suoi investimenti nella scansione di opere difficilmente accessibili). Ma il suo dominio è limitato ad un’app, seppure la più utilizzata tra quelle di GenAI. Per entrare nella quotidianità di miliardi di persone dovrà riuscire a realizzare un dispositivo indossabile di facile utilizzo, potenziato da ChatGPT (e su questo pare stia lavorando con Jony Ive, creatore di molte meraviglie di design di Apple).

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