Ho praticamente divorato “Cultura Convergente” del prof. Henry Jenkins, direttore del Comparative Media Studies Program del MIT. Pur essendo un saggio molto rigoroso, trasuda passione ed è scritto con incredibile chiarezza e condito con numerosi esempi, quindi lode ai tipi di Apogeo per averlo tradotto.
Jenkins analizza con attenzione i cambiamenti che stanno avvenendo nei media mainstream e nei media grassroot (cioè quelli prodotti dal basso, grazie a contenuti generati dagli utenti/fan non professionisti), concludendo che non si profila all’orizzonte uno scontro apocalittico tra media diversi che porterà alla fine della comunicazione di massa.
Siccome il potere dei mass media sta nell’amplificazione dell’informazione, mentre quello dei media grassroots nella sua diversificazione, è probabile ed auspicabile che si vada verso una convergenza. Solo questa convergenza può incoraggiare la partecipazione e lo sviluppo di un’intelligenza collettiva.
“se gettassimo via il potere del broadcasting avremmo solo frammentazione culturale. Il potere della partecipazione non ha origine dalla distruzione della cultura commerciale, ma dalla sua riscrittura, dalla sua correzione ed espansione, dall’aggiungervi una varietà di prospettive, poi dal rimetterla in circolo diffondendola attraverso i media mainstream”
E’ online la prefazione scritta da WuMing (1 e 2) che ripropone gli 8 elementi che, secondo il professore, caratterizzano il panorama mediatico contemporaneo.