E’ stato pubblicato l’ Annuario Statistico Italiano 2008, un tomo di 800 pagine creato dall’Istat per offrire un affresco puntinista del popolo italico.
Il nostro Istituto, arretrato in termini di cultura digitale come il popolo che analizza, ci offre questa mole di dati in pdf ed xls, quando sarebbe stato più efficace esporla usando strumenti di data visualization, che ne avrebbero sicuramente facilitato la comprensione e la diffusione. Così, ho provato a farlo io, rispetto ai dati che mi stanno più a cuore, quelli dell’utilizzo del PC e di Internet (sarebbe molto bello farne un progetto collaborativo che coinvolga gli studenti).
Nel 2008, il 44,9% della popolazione dichiara di utilizzare il computer e il 40,2% di collegarsi ad Internet. Il massimo utilizzo, pari all’80%, si ha tra i giovani (dai 15 ai 19 anni), per poi scemare al 9,1% nella fascia 65-74 anni e all’1,9% in quella dei 75 e oltre (queste ultime rappresentano 1/5 della popolazione).
Inoltre se consideriamo la fascia superiore ai 34 anni notiamo anche un forte divario di genere.
Come si evince dalle mappe, a livello territoriale, permane un forte divario nell’uso del pc (Nord e Centro rispettivamente 49,5% e 46,9%, Mezzogiorno 37,7%) e di Internet (Nord e Centro rispettivamente 45,0% e 42,9%, Mezzogiorno 32,6%).
E’ un divario, a mio avviso, prima di tutto culturale che nasce dalla percezione generalizzata di un saldo negativo tra costo di apprendimento delle tecnologie e benefici pratici delle stesse. Se a ciò aggiungiamo l’abdicazione dei genitori al loro ruolo guida e l’inerzia della classe dirigente non ci resta che aspettare pazientemente la carica dei nativi digitali.