Su Nòva di ieri oltre ad inquadrare il fenomeno LinkedIn col supporto dei dati contenuti nella mia infografica, ho cercato di comprenderne meglio il business model attraverso l’analisi della documentazione SEC preliminare all’approdo sul mercato dei capitali.
Grazie a una gestione oculata che ne ha guidato la crescita graduale, LinkedIn oggi ha solide basi: 1000 dipendenti e, per i primi nove mesi del 2010, 161 milioni di dollari di fatturato e 1,9 milioni di profitti. Gli introiti provengono da tre fonti: la tipica vendita di abbonamenti premium (27% delle revenue), le hiring solution (41%) e le marketing solution (32%).
La prima tipologia di soluzioni racchiude servizi di consulenza (in particolare LinkedIn Corporate Solutions) e pubblicità (LinkedIn Jobs) che aiutano le aziende a individuare i migliori candidati da assumere; la seconda è pensata per offrire ai marketer nuove occasioni per entrare in contatto con partner e consumatori (attraverso advertising, anche fai da te, sondaggi di opinione, emailing mirato, test di campagne su gruppi selezionati, ecc…).
Facendo leva su questi assett l’azienda, posseduta per la gran parte da venture capitalist, a gennaio ha iniziato la procedura per la quotazione in Borsa, nella speranza di raccogliere 175 milioni di dollari con i quali far fronte ai crescenti costi operativi. Nonostante i traguardi raggiunti, la strada per la compagnia guidata da Jeff Weiner non è tutta in discesa. Continuare a crescere vuol dire riuscire ad aumentare la penetrazione in alcuni mercati, sia a scapito di Xing e Viadeo, sia raggiungendo nuovi utenti attraverso accordi strategici con partner innovativi come Snaptu (da poco acquisito da Facebook) che, con un’applicazione ad hoc, sta permettendo l’accesso a LinkedIn agli utenti dotati di cellulari poco evoluti.
La sfida più complessa è, però, quella di riuscire a convincere i suoi membri ad usare più frequentemente e più a lungo la rete sociale. Ciò che non viene menzionato nei comunicati stampa, ma si legge nei documenti ufficiali è che la grande maggioranza di questi non visita il sito neanche una volta al mese.
Le armi fin qui messe in campo sembrano ancora deboli: un portale per studenti e laureati e Today, una sorta di giornale personalizzabile con le notizie di proprio interesse, che fluiscono in tempo reale grazie ai contributi della community.