Nel post precedente ho mostrato una visualizzazione dei giornalisti italiani su Twitter rispetto al numero di follower, una metrica che ci dice quali sono quelli considerati più interessanti da tutti gli utenti del social medium.
Ma cosa succede restringendo l’indagine al microcosmo dei 341 giornalisti considerati? Chi sono i più seguiti? Come usano lo strumento?
Sempre attraverso la social network analysis è possibile rilevare alcune metriche in grado di far luce su tali quesiti. Ad esempio con quella detta “in-degree” si può capire chi sono i giornalisti più seguiti dai colleghi.
Nella visualizzazione in basso le immagini del profilo sono di grandezza proporzionale al numero di in-degree. Dal raffronto con il grafico precedente, è immediato notare che mentre l’interesse del grande pubblico si concentra su un nucleo ristretto di nomi famosi, i giornalisti tendono a seguirsi a vicenda. I più seguiti risultano essere Ferruccio De Bortoli, Gianni Riotta, Beppe Severgnini, Mario Calabresi, Ezio Mauro, Dario Di Vico, Luca Sofri, Luca De Biase, Stefano Menichini. Direttori ed opinionisti che, in alcuni casi, non sono noti al grande pubblico.
Specularmente alcuni top giornalisti in termini di follower come Alfonso Signorini, Franca Sozzani, Guido Meda, Marco Travaglio, Salvo Sottile, risultano non essere tra i più seguiti dai colleghi.
Il grafico evidenzia i nomi con sfumature di colore variabile dal verde al rosso in ragione della data di iscrizione a Twitter (da Antonio Sofi, iscrittosi nel febbraio 2007, ad Antonio Prudenzano, attivo dal 20 dicembre 2011). Questo parametro non influisce visibilmente sulla decisione di entrare in connessione con un utente.
Interessante notare che quasi il 40% dei giornalisti analizzati ha iniziato a usare il social network nel 2009. Nel 2007 erano solo 25, l’anno successivo se ne sono aggiunti 18. Anche il 2011 si è rivelato un anno di iscrizioni con 94 nuovi ingressi.
L’uso di Twitter è differenziato: c’è chi ne ha compreso i meccanismi di informazione e interlocuzione, chi invece lo usa solo come strumento di comunicazione broadcast, preferendo seguire pochissime persone. Antonio Padellaro, direttore de Il Fatto Quotidiano ne segue 6, Marco Travaglio e Vera Montanari, direttore di Grazia e Flair, solo 9, Rampini, Madron e la coppia televisiva Porro-Telese, meno di 20. In generale quasi un terzo dei giornalisti segue meno di 100 persone.
Dei 341 profili analizzati 33 indicano di essere de Il Sole 24 Ore, 28 de La Repubblica, 24 de Il Corriere della Sera, 22 de La Stampa. Solo 11 della RAI e 1 di Mediaset.
Quasi tutti tendono a compilare accuratamente le informazioni di profilo, tranne 15 che non hanno aggiunto neanche una descrizione (tra questi Formigli, Mauro, Bignardi, Paragone). Solo il 53% si è preoccupato di indicare la città dalla quale twitta (93 non indicano nulla e 69 tengono quella di default).
I giornalisti che tweetano di più sono: Marina Petrillo di Radio Popolare (59.895), Fabrizio Goria de Linkiesta (31.493), Ciro Pellegrino de Il Mattino (29163). Tra i più noti Riotta e Menichini, il primo ha superato la barriera dei 10.000 tweet, il secondo c’è molto vicino.