Conoscete Highlight, Glancee, Sonar, Banjo, Kismet, Grindr, Blendr? Sono alcuni degli strumenti definiti indifferentemente come “Ambient People Discovery”, “Social Discovery Platform” o “Proximity social network”. Si presentano come semplici applicazioni per smartphone dotati di GPS che una volta installate e attivate provvedono a mandarvi un messaggio per notificarvi la presenza di amici o sconosciuti che si trovano nei paraggi e con i quali avete interessi o connessioni comuni.
Facebook ci ha insegnato che i social network sono luoghi che possiamo plasmare scegliendo le persone con le quali ci piace rimanere in contatto (reti esplicite, tendenzialmente stabili). Ma presto o tardi potrebbe diventare più usuale costruire network elastici nei momenti in cui ne sentiamo il bisogno e sulla base di interessi comuni (reti implicite e temporanee).
Stiamo per entrare in un’era post Facebook oppure le funzioni di questi servizi verranno incorporate nei social network attualmente più popolari? Ho provato a rifletterne su “Che Futuro! Il lunario dell’innovazione” il nuovo magazine diretto da Riccardo Luna, sul quale scriverò una volta al mese insieme ad un gruppo variegato di menti brillanti.