È dall’uscita di Social Media ROI che sto approfondendo l’impatto delle tecnologie sulle aziende e soprattutto sul marketing moderno, che si caratterizza per l’uso indispensabile dei dati per qualsiasi attività di approccio al mercato. Oggi siamo ad un punto di svolta perché il “Data Driven Marketing” può finalmente avvalersi delle tecniche di Intelligenza Artificiale per migliorare la conoscenza di clienti e competitor, sviluppando azioni più efficienti ed efficaci.
A far luce sullo stato dell’IA nelle aziende italiane per attività di marketing e comunicazione è una ricerca realizzata dall’Osservatorio Italiano sull’Artificial Intelligence Marketing e promossa dall’Executive Master IULM in Data Management & Business Analytics.
Il primo dato che emerge è il 20% delle aziende intervistate (su un totale di 128) dichiara l’effettiva adozione di soluzioni di Intelligenza Artificiale e di questi solo il 5% a livello maturo. Il 36% sostiene di aver cominciato da poco la sperimentazione o di averla pianificata nei prossimi 12 mesi, mentre il restante 44% afferma di non prevedere l’adozione di soluzioni di IA o di non sapere se ciò avverrà.
Il 74% dei marketer sa che particolari algoritmi evoluti possono essere impiegati per migliorare le azioni di marketing, ma solo il 52% è a conoscenza del significato più completo di Intelligenza Artificiale, mentre gli altri lo collegano semplicisticamente ai concetti di chatbot, big data e robot.
I non adottanti dichiarano che i principali ostacoli sono: la carenza di risorse (economiche, umane e tecnologiche) sul tema (41%); la scarsa comprensione di quali siano le potenzialità di IA (48%); la percezione che tali soluzioni non siano applicabili al proprio business (10%).
Le aziende che sfruttano l’Intelligenza Artificiale lo fanno soprattutto nell’ambito delle funzioni IT (46%), dell’automazione e robotica (23%), della ricerca e sviluppo (38%).
Rispetto alle applicazioni marketing, il 56% individua l’assistenza virtuale (bot e live chat) quale immediata applicazione dell’IA, mentre il 44% comincia ad usare l’IA per la gestione dei dati aziendali.
Esemplificando emergono due tipologie di aziende che stanno adottando soluzioni di Intelligenza Artificiale.
Le neofite percepiscono l’IA come tattico/operativo. Sono quelle che oggi la usano nell’automazione dei processi e nella ricerca e sviluppo (53%). Dichiarano, inoltre, che non stanno investendo in attività di formazione o sviluppo di competenze specifiche per l’AI marketing (33%) destinando all’IA una quota inferiore al 5% del proprio budget di comunicazione (58%).
Le aziende che si definiscono più mature (48%) sono anche quelle di grandi dimensioni. Esse hanno iniziato a investire in progetti di AI marketing (23%), scegliendo di destinare parte del budget alla formazione di figure specifiche (24%). Il 40% di loro investe in soluzioni IA una quota superiore al 10% del budget di comunicazione. In questo caso, le funzioni organizzative maggiormente coinvolte da soluzioni di IA non sono solo quelle di R&D (35%), ma anche quelle del marketing e della comunicazione (30%). Oltre a Bot e Live chat, le aziende di questo cluster utilizzano l’IA per attività di data management, facendo ricorso anche a soluzioni di machine learning e di deep learning (44%)
Secondo il prof. Guido Di Fraia, promotore dell’indagine e che ringrazio per aver condiviso questi risultati con me, siamo di fronte ad un sistema impresa incuriosito e al tempo stesso disorientato, alla ricerca di indicazioni e di opportunità. Insomma c’è ancora tanto da fare per far diventare il marketing sempre più data driven e potenziato dall’Intelligenza Artificiale.