Cameo è un servizio web che permette di ordinare video messaggi personalizzati da personaggi più o meno famosi. Sembrava un idea folle quando fu concepita nel 2016 da Steven Galanis, Martin Blencowe e Devon Spinnler Townsend.
Oggi, in piena crisi sanitaria, sembra più convincente se si pensa che sono oltre 30.000 le celebrità elencate nel catalogo del servizio e che le richieste di messaggi sono passate dalle 9.000 a settimana di gennaio alle 70.000 di aprile. In questo periodo, infatti, per molti VIP l’iscrizione a questo servizio è parsa una benedizione: soldi facili in cambio di un “cameo” di pochi secondi nella vita di un fan.
Come funziona Cameo?
Cameo è un marketplace che mette in comunicazione le star con gli utenti che hanno bisogno di un video messaggio. Rientra tra i servizi di quella “economia delle passioni” o della più estesa “gig economy” che offre opportunità di “lavoretti” per piccole somme di denaro.
I video si dividono in personali o promozionali. I primi possono essere messaggi di auguri o di incoraggiamento, da usare ad uso esclusivamente privato. I secondi possono essere usati per promuovere una propria attività e dunque essere inseriti in un sito o sui propri social media per un massimo di tre mesi.
Gli utenti, una volta iscritti, possono cercare il personaggio famoso e scegliere il più adatto al proprio fine, dopo aver analizzato le schede profilo che contengono i prezzi, le recensioni di altri utenti e alcuni esempi di video.
Il prezzo varia da meno di un euro in su, in funzione della domanda. Ad esempio il padre delle sorelle Jenner chiede fino a 2.300 euro. Ma se volete un messaggio di auguri da parte di Mandy Moore ve la cavate con circa 350 euro.
A questo punto è necessario compilare un modulo per esplicitare la tipologia di video che si vorrebbero ordinare. Si dovrà specificare a chi deve essere indirizzato (può essere per sé o per altri), per quale occasione è richiesto ed eventuali altre informazioni di contesto per renderlo più personale possibile.
La star ha sette giorni di tempo per creare il video, rigorosamente amatoriale, in modo da preservarne la genuinità. In realtà ha anche la facoltà di rifiutarlo. Se accetta, il pagamento viene processato e il video viene inviato all’indirizzo email o al numero di cellulare del destinatario.
E’ un modello di business che funziona? Difficile dirlo non conoscendo la struttura dei costi aziendali, soprattutto quelli di marketing e quelli sostenuti per ingaggiare le star. Al momento Cameo ha raccolto 65 milioni di dollari di finanziamenti privati ed ha intermediato poco più di un milione di video dal cui ricavato trattiene il 25%. Molto dipenderà dalla sua capacità di convincere personaggi famosi ad iscriversi e dalle mosse della concorrenza.
Una concorrenza che non è diretta (esiste solo un servizio simile che si chiama CelebVM incentrato soprattutto sul mercato inglese), ma indiretta. Infatti tutte le piattaforme social stanno cercando di offrire opportunità di monetizzazione ai creator che hanno una base di fan disposta a pagare per i loro servizi. Cameo, invece, scommette su “lavoretti” poco impegnativi una tantum, on demand, trasformando le star di secondo piano in lavoratori a chiamata.