Vincos – il blog di Vincenzo Cosenza

Analisi di Mastodon: alternativa a Twitter?

Nei giorni della presa di Twitter da parte di Elon Musk e dei suoi primi editti, si è acceso l’interesse di molti attorno alle possibili alternative. La più citata è stata Mastodon. In realtà, non è una mera copia di Twitter, ma ha delle caratteristiche che vale la pena di esplorare. Vi lascio i miei appunti e le mie considerazioni.

Che cos’è Mastodon?

I social network più popolari (simmetrici come Facebook e asimmetrici come Twitter) hanno una struttura centralizzata, cioè il loro funzionamento è basato sul lavoro di server di proprietà di società private. Da tempo, però, si stanno studiando e sperimentando delle soluzioni decentralizzate in cui la proprietà dei server non è nelle mani di un solo soggetto. Le soluzioni possono essere almeno due: i modelli federati e quelli peer-to-peer.

Mastodon è un software open source di social networking che funziona su server indipendenti e federati tra loro grazie all’utilizzo di ActivePub (la federazione viene chiamata Fediverse). ActivePub è un protocollo federato che, attraverso API, definisce una serie di funzioni tipiche del funzionamento dei social network. Quindi ogni server che implementa questo protocollo e il software Mastodon può comunicare con tutti gli altri. Chiunque abbia le giuste competenze può gestire un proprio server (istanza) offrendo le funzioni del software Mastodon agli utenti che si registreranno a quel server.

Prima di Mastodon, nato nel 2016 dal tedesco Eugen Rochko, altri social basati su ActivePub hanno provato a raggiungere una massa critica, tra questi GNU social e Diaspora. Nessuno aveva mai avuto la possibilità di approfittare delle debolezze di un competitor come Twitter. Oggi, Mastodon ha superato i 7 milioni di utenti registrati (gli attivi sono 2,5 milioni), molti dei quali guadagnati negli ultimi mesi.

Il funzionamento di Mastodon

L’interfaccia ricorda molto il primo Twitter (diciamo la verità: è molto triste), anche il funzionamento è simile, ma presenta alcune funzioni distintive ed alcuni elementi di difficoltà per l’utente medio:

Caratteristiche e implicazioni

Le implicazioni di questa struttura peculiare sono diverse:

Mastodon non riuscirà a conquistare le masse

Le caratteristiche di Mastodon lo rendono adatto ad un pubblico che dà molto valore all’assenza di pubblicità, di tracciamento e di un controllo centrale rispetto alla facilità di apprendimento e utilizzo. Si tratta di una nicchia, il cui nocciolo duro è costituito da “antagonisti del sistema” e appassionati di tecnologia.

Tutti gli altri vengono inevitabilmente frenati da una curva di apprendimento poco ripida. Sono coloro che privilegiano un’esperienza fluida priva di attriti (su Mastodon può essere messa a dura prova da lentezze dovute a server autogestiti non adeguati a reggere il numero di utenti nei periodi di picco) e che non vedono come problematici la presenza della pubblicità, il tracciamento dei comportamenti e l’azione degli algoritmi (che svolgono una importante funzione di aiuto all’utente meno esperto nell’individuare account e notizie affini da seguire).

Tutti i meccanismi anti-viralità di Mastodon pur essendo progettati per evitare effetti distorsivi (il propagarsi di messaggio fake o di odio), bloccano, di fatto, anche gli effetti di viralità positivi legati, per esempio, alla diffusione di proteste e battaglie a fin di bene o anche solo l’amplificazione di notizie utili. Il motivo principale per il quale uso Twitter è proprio la facilità con cui vengono a conoscenza di notizie interessanti e non sempre provengono dalla mia rete, ma vengono a galla grazie ai tanto vituperati algoritmi.

In sintesi, non credo che Mastodon riuscirà ad attraversare il burrone, per dirla con Geoffrey Moore, ma forse stimolerà nuovi competitor (Tumblr ha annunciato che utilizzerà il protocollo ActivityPub) o forse lo stesso Twitter a fare meglio.

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