Vincos – il blog di Vincenzo Cosenza

Marketing su Facebook: il caso College Prowler

Qualche giorno fa Brad Ward ha scoperto che oltre 500 gruppi su Facebook dedicati ai nuovi iscritti del 2009 (es. University of Vermont – class of 2013!) erano stati tutti creati da un gruppetto di persone legate alla casa editrice College Prowler e non dagli studenti interessati.

Se ci pensate è un po’ come buttare le reti e aspettare che i pesci arrivino, per avere la possibilità di studiare i dati comportamentali di oltre un milione di studenti e veicolare loro informazioni, link, offerte, proposte.

Ad un certo punto sul blog è apparso il commento di Luke Sherman, CEO di College Prowler, che ha ammesso la creazione di una parte di quei gruppi ad opera di suoi dipendenti, ma affermando, nel contempo, di non essere a conoscenza che la stessa cosa veniva fatta da una società partner, ma con dei falsi account.

Il CEO ha ammesso che questa tecnica si è rivelata troppo aggressiva, pur avendo il solo obiettivo di “informare gli studenti dell’esistenza di una guida gratuita sul nostro sito” e ha fatto marcia indietro, rimuovendo i diritti di amministrazione da tutti i “gruppi del 2013”.

Due, a mio avviso, gli errori commessi dalla College Prowler: la mancanza di trasparenza verso gli utenti e l’uso non appropriato dello strumento. Facebook infatti per promuovere le attività di Marketing e PR delle aziende ha individuato le “Pagine” (es. vedasi quella che Digital PR ha creato per Yalp!) come strumento da utilizzare e non i “Gruppi”, che invece hanno un carattere più “comunitario”.

Per il professionista della comunicazione Facebook indubbiamente rappresenta un terreno nuovo da esplorare e la tentazione di usare scorciatoie vecchie e predatorie, senza averne capito i peculiari meccanismi di funzionamento, è in agguato. Cosa ne pensate ?

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