Seconda puntata della rubrica “Voci dalla blogosfera” con la quale vorrei cercare di cogliere i pensieri dei blogger italiani attraverso 5 domande fulminanti, tra il serio ed il faceto, ad alcuni di loro.
– Il blog è morto ?
Assolutamente no, ma sta per fare la fine del marziano di Ennio Flaiano, cioè non fa più notizia. Anzi, per qualcuno – costantemente in ritardo sui tempi che corrono – è una novità frizzantissima: le imprese. Negli ultimi mesi sento solo imprese che ripetono “blogblogblogblogblog…” come un mantra e nascono nuovi blog aziendali a grappoli. C’è gente convinta che le masse accorrano festanti se nasce un blog sulla produzione di profilati metallici o sull’arredobagno. Ogni tanto nasce pure qualche blog aziendale interessante, ma per quanto concerne i blog “civili” direi che il fenomeno ha toccato il limite massimo della sua espansione tramite avanguardie. Magari il numero dei blog crescerà ancora, ma sarà solo una crescita quantitativa: i prime movers sono arrivati tutti.
– Quale sarà la “next big thing” ?
Sono convinto che dopo il Web 2.0, che per di più è una formula un po’ buttata lì e che dice poco, il prossimo fenomeno sarà il Where 2.0 (non a caso O’Reilly ha fiutato la cosa da un paio d’anni). Penso a un sistema che integri e aggreghi la presenza reale – cioè la posizione geografica degli utenti – e quella virtuale, sparsa in decine di blog e derivati. Cioè, io fossi la Nokia mi inventerei un cellulare col GPS (che funziona) e che si integra con i sistemi di micro-blogging tipo Twitter. E mi piacerebbe, per esempio, entrare in una sala conferenza e leggere tutti i “cinguettii” della gente seduta lì dentro, anche se è gente che non ho tra i “friends” di Twitter. Ragionando sul “dove” e tenendo conto che gli utenti si muovono (mentre ora i servizi mobili non distinguono tra gente ferma e in movimento: al massimo sono versioni “leggere” di servizi per persone “ferme”), potrebbero nascere decine di servizi nuovi e assolutamente più vicini alla vita che facciamo.
– Il blog che manca ossia quale personaggio/azienda ti piacerebbe bloggasse ?
Dopo aver insistito più di un anno affinché Giorgio Valletta aprisse il suo blog www.giorgiovalletta.com (che è di gran lunga il miglior blog musicale italiano e ha un doppio podcast settimanale che è una manna dal cielo per chi ha scoperto che nel 2007 c’è della musica interessante al di là delle compilation di revival Anni Ottanta), credevo di aver saziato i miei desideri blogosferici. Invece mi rendo conto che la vita senza un blog di Luciana Littizzetto è un po’ più triste del solito. Ma mi accontenterei di molto meno: per esempio vedere riaperto Weekendance www.weekendance.com, il blog di Fabio De Luca.
– L’applicazione alla quale non rinunceresti ?
E’ sicuramente Newzie (www.newzie.com): per quanto mi riguarda, il miglior lettore di feed RSS che c’è in giro. Ha il pregio che mette i feed in ordine di aggiornamento e, soprattutto, consente di monitorare anche i siti che non hanno gli RSS. Non chiedetemi come fa, ma funziona. Senza quello, mi perderei tutto il bello della Rete.
Detto questo, non potrei nemmeno vivere senza Word: faccio un lavoro disgraziato per cui produco più di un milione di caratteri l’anno e senza di lui sarei perduto. E dire che ci ho provato ad usare altri word-processor, ma non c’è storia.
– La cosa che ti piace fare di più quando non blogghi ?
Beh, in quanto flaneur con venature bucoliche la cosa che mi piace fare di più in assoluto è guidare senza meta per la collina torinese con l’autoradio a tutto volume, rigorosamente solo in macchina. Lo faccio più o meno ogni sabato pomeriggio, consapevolissimo che è un hobby improduttivo, inquinante, costoso e pure un po’ da orso. Infatti, come foglia di fico, a fine viaggio scatto un paio di foto brutte con la reflex e mi guardo bene dal pubblicarle. Ma almeno posso dire a mia moglie “esco a fare un po’ di foto”.
– Condividi con noi un link che merita
Il sito del Comune di Robassomero (http://www.comune.robassomero.to.it/). Robassomero è un piccolo comune vicino a Torino e ha il merito di essere stato il primo Comune Denuclearizzato d’Italia, grazie all’intuizione del suo grande Sindaco di allora.
Però è anche il Comune con il sito più brutto dell’universo, al punto che è diventato una sorta di mito carbonaro online. So di docenti universitari che lo usano da anni come esempio estremo di come NON si fa un sito Web e credo pure che presto sbarcherà su un manuale di Web-design. Pure io lo faccio studiare nei miei corsi, ma come esempio di “entusiasmo tecnologico”: l’euforia data dalla libertà di usare strumenti creativi alla portata di tutti, talvolta genera “mostri”, soprattutto se auto-prodotti.
Personalmente, impazzisco per la pagina d’apertura che si chiama “defolt”. 🙂
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