L’atteggiamento dei telegiornali nostrani nei confronti delle nuove dinamiche della rete è da sempre superficiale e volto a cogliere i soli aspetti scandalistico-spettacolari. Non c’è analisi perchè manca la volontà di vivere le esperienze che la rete offre. Negli ultimi mesi è Facebook la novità più bersagliata e meno frequentata.
In realtà da ottobre esiste anche un profilo del TG1, ma la mancanza di cura grafica e di contenuti originali, fanno sospettare che non sia un’operazione avallata con convinzione dalla redazione.
Il nome del profilo “Il TG5 siamo noi“, sicuramente poco professionale per un profilo ufficiale, è conseguenza del ritardo di approdo al social network, già popolato da pagine e gruppi non ufficiali.
La pagina principale presenta alcuni elementi grafici, aggiunti grazie al modulo FBML, che rimandano al sito ufficiale.
Le applicazioni utilizzate per arricchire il profilo sono quelle di default: “foto” con i volti della redazione, “video” per ora poco popolata, “note” ribattezzata velleitariamente “TG5pedia” con le biografie dei giornalisti.
Giusta la decisione di lasciare ai fan la possibilità di scrivere sulla “bacheca”, di aprire nuovi argomenti di discussione e inviare foto e video.
Purtroppo, per ora, manca l’interazione e la conversazione. I messaggi lasciati in bacheca spesso non vengono raccolti e l’amministratore della pagina interviene quasi esclusivamente per lasciare annunci.
Insomma si fa fatica a capire che i nuovi profili sono un potente strumento per la costruzione di una relazione, ma necessitano di essere curati, non solo addobbati.