E’ dallo scorso luglio che anche nel nostro paese si sente parlare di gruppi di acquisto in rete. Nielsen ci fa sapere che la categoria Coupons/Rewards è più che raddoppiata, in termini di visualizzazioni, nell’ultimo anno (dai 4,3 milioni del dicembre 2009 agli 8,7 attuali).
In pratica, ogni giorno siti come Groupon (6.7 milioni di visitatori mensili secondo Google) o Groupalia (1.5 milioni di visitatori mensili) segnalano un’offerta agli utenti iscritti. L’attivazione è condizionata all’accettazione da parte di un certo numero di persone. Se si raggiunge il numero predefinito i buoni sconto vengono assegnati attraverso una comunicazione via e-mail. Un modello di business molto 1.0 basato sulla teoria della discriminazione del prezzo.
La cosa interessante è che questo modello sta per scontrarsi con i servizi offerti da Facebook (Deals) o Google (Offers), che oltre a godere di un numero maggiore di utenti potenziali, utilizzano meccaniche nuove per provare a rendere l’incontro tra domanda e offerta un esperienza sociale.
Groupon e simili soccomberanno ? Cambieranno pelle per diventare molto più simili a social network ? O riusciranno a ritagliarsi una nicchia, rimanendo ancorati all’attuale modello di business?