Apro questo post con l’obiettivo di raccogliere le mie e le vostre prime impressioni su Google Plus in questa fase di “field test” ristretta a pochi (se volete un invito lasciatemi la vostra gmail nei commenti e magari aggiungetemi ai vostri circles).
Dopo aver compilato la classica anagrafica, la prima cosa da fare è iniziare a costruire il proprio network attraverso la pagina “Circles” con un semplice drag & drop. In questo modo si potrà decidere, di volta in volta, con quale cerchia di contatti condividere un certo post (tra le opzioni di condivisione anche l’opzione Extended Circles che abilità una visibilità di secondo grado, verso amici di amici). La condivisione selettiva per persone (non liste) è disponibile anche in Facebook, ma di fatto, essendo stata introdotta dopo 6 anni, non è utilizzata da nessuno.
Privacy: bisogna tener presente che rendendo visibile un contenuto soltanto ad un gruppo di amici, non si è al riparo dalla possibilità che uno di questi, utilizzando il tasto “share” senza individuare una cerchia specifica di ricondivisione, lo renda inconsapevolmente pubblico.
E’ possibile prevenire il resharing cliccando la freccia in alto a destra del post (però dopo averlo pubblicato) e scegliendo “Disable reshare”.
Update: ho notato un altro problema ossia se faccio un post e ne limito la visibilità ad una cerchia, le persone cui è destinato il post possono vedere, cliccando su limited (in italiano “con restrizioni”), tutte i nomi degli altri. Potrebbe essere un problema, in quanto l’utente ha la convinzione che la composizione delle proprie cerchie rimanga sconosciuta agli altri utenti, mentre in questo caso i destinatari di un messaggio sono – di fatto – visibili come nel caso di una email con tanti destinatari indicati nel campo “A” o “Cc”.
Per una panoramica sui problemi di privacy vi invito a leggere Ernesto Belisario
Si può ipotizzare che il design iniziale di Google+ porti ad un utilizzo più oculato dello sharing tra piccoli gruppi. Ma è davvero questo che la massa vuole o si accontenta della distinzione duale pubblico/privato che gli altri social network propongono ?
L’interfaccia è chiaramente mutuata da quella di Facebook, ma con un design più minimale e pulito, che fa spiccare i contenuti condivisi, che hanno anche dimensioni maggiori di quelle consentite dall’antagonista.
Lo Stream principale mostra in tempo reale il fluire di tutti i post dei propri contatti. Ma è possibile filtrare il flusso per Circles specifici. Selezionando il filtro “Incoming” è possibile vedere i post delle persone che vi seguono senza essere contraccambiate (ossia inserite in una cerchia).
Da un punto di vista funzional-strutturale G+ non è un social network simmetrico come Facebook, ma neanche completamente asimmetrico come Twitter in quanto dà all’utente Tizio la possibilità di seguire le attività pubbliche di Caio, senza che sia necessario un gesto di reciprocità, ma allo stesso tempo Caio ha la possibilità di vedere gli aggiornamenti di Tizio cliccando su “Incoming”.
Ogni post permette di essere editato nel tempo, commentato e preferito con il pulsante “+1”. I commenti possono essere solo “+1”.
Per taggare le persone in un post bisogna usare la sintassi “+nome” e non “@nome” come in Facebook/Twitter
Il pulsante “+1” presente su siti esterni non attiva la funzione di sharing di contenuti all’interno di G+ (un peccato, anche se probabilmente in futuro sarà così)
La barra nera che accompagna la navigazione tra tutte le properties di Google contiene un sistema di Notifiche molto interessante ed engaging (in alto a destra). Dal suo menu a tendina, dopo aver ricevuto una notifica, è possibile rispondere, attivando una vera e propria chat alternativa a quella ufficiale.
Sparks è una sorta di motore di ricerca basato su argomenti (predefiniti) che restituisce dei risultati probabilmente provenienti da un set di fonti preimpostato. Al momento non mi sembra che raccolga molte notizie fresche. L’ideale sarebbe stata un’integrazione con i feed di Google Reader. Inoltre, siccome ogni risultato è condivisibile nel proprio stream, sarebbe stata utile una funzione di preview laterale, senza dover abbandonare la pagina.
Mobile: usato da dispositivo mobile Google Plus dà il suo meglio con le funzioni di Instant Upload delle foto e Huddle che permette di scambiare messaggi con gruppi di amici (tipo Beluga che vedremo prossimamente integrato con Facebook). I log di conversazione non sono visibili da desktop.
Inoltre è presente la voce Nearby che mostra solo gli status update dei contatti vicini geograficamente.
La ricerca delle persone è basata sul database dei Google Profiles. Quella degli argomenti trattati all’interno del social network è, al momento, stranamente impossibile. Probabilmente si è voluto privilegiare il flusso continuo rispetto all’archivio.
Potenzialmente Google+ può costituire una forte minaccia per diversi servizi web, ma soprattutto per Twitter e Foursquare, vista la sua vocazione mobile. Nel frattempo penso che inizierà a sostituire Friendfeed quale “baretto” degli early adopter.