Ogni volta che la rete apre nuovi spazi di espressione, le pagine, le storie, i live, i podcast, mi ritrovo a riflettere sul senso del blog nell’attuale ecosistema informativo. Serve ancora bloggare? Quale ruolo hanno i blog oggi?
Per me il blog continua ad avere senso per tre ragioni:
La prima è che i pensieri scritti su una piattaforma aperta, almeno teoricamente, sono disponibili a tutti coloro che hanno un link e rimangono individuabili in futuro attraverso i motori di ricerca. Ciò non accade per i contenuti postati sui social, chiusi in un walled garden, e per i video e i podcast, al momento non indicizzati completamente;
La seconda è che i blog sono fondamentali per dare spazio a contenuti di nicchia che vengono trattati con superficialità o non trovano alcuna copertura sui media tradizionali;
La terza è che chi decide di scrivere un blog lo fa per condividere riflessioni che gli sembrano utili solo quando ne sente l’urgenza, ma senza sottostare alle logiche, spesso perverse, di pubblicazione che sono alla base dei siti di news professionali. Mi riferisco a quella necessità, dettata dalla ricerca del traffico ad ogni costo, di riempire ogni giorno un sito con le storie più attuali, anche in assenza di vere notizie. Meccanismo che, di frequente, porta ad dar spazio a “fake news” o ad ingigantire un dettaglio irrilevante al fine di farlo diventare notizia, ingenerando così false convinzioni nel pubblico.
Queste considerazioni si riferiscono soprattutto all’utilizzo del blog che ne fanno i singoli per la condivisione di passioni, ma potrebbero valere anche nei casi di un utilizzo aziendale qualora la finalità non sia meramente promozionale.
In definitiva a mio avviso il blog, ancora oggi, riveste un ruolo fondamentale di equilibrio (o di correzione dello squilibrio) e di ampliamento della conoscenza all’interno del variegato ecosistema dell’informazione. Cosa ne pensate?
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