Vincos – il blog di Vincenzo Cosenza

Come funziona Twitch. Le opportunità per streamer e aziende

Twitch è un sito di live streaming lanciato nel 2011, come spin-off della gloriosa piattaforma Justin.tv, perché i videogiochi erano l’argomento più apprezzato dagli utenti. Nel 2014 viene comprato da Amazon per 970 milioni di dollari.
Oggi ha una media giornaliera di 26,5 milioni di visitatori, 2 milioni di visualizzatori medi in qualsiasi momento e oltre 6 milioni di streamer ogni mese, per un totale di 600 milioni di minuti visti nel 2019.
Negli Stati Uniti, dove ormai ha raggiunto la maturità, più di metà degli utenti ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni e il 14% ha meno di 18 anni.
In Italia, la crescita si è avuta quest’anno durante il lockdown. Al momento, secondo alcuni dati a mia disposizione, stimo che siano circa 4 milioni gli italiani che si affacciano su Twitch ogni mese.
Sono soprattutto uomini (67%) e studenti (24%), interessati alla tecnologia, alla scienza e alla musica.

Le caratteristiche di Twitch

Twitch potrebbe sembrare una specie di YouTube dedicato ai videogiochi. Come per la TV non lineare di Google, chiunque può accedere senza necessità di registrarsi e guardare video, spulciando tra i canali tematici disponibili. Entrambi sono entrambi servizi che connettono video creator (chi decide di aprire un account perché pensa di avere qualcosa da condividere, utilizzando il formato video) e spettatori. Ma a ben vedere ci sono almeno tre differenze significative, che rendono Twitch peculiare.

Twitch è la sala giochi della Gen Z. Ricorda gli anni ’80, il rumore assordante degli arcade e i capannelli attorno al campione di turno, ricurvo sul joystick di Scramble o Wonder Boy

Purtroppo delle sale giochi di un tempo, il social di Amazon, conserva anche quella sensazione di essere in una zona franca, destinata a pochi iniziati, dove tutto è permesso. Non è difficile imbattersi in giocatori che bestemmiano o si lanciano in dichiarazioni razziste e sessiste. Solo di recente l’azienda ha iniziato a vigilare con più costanza, anche per evitare che gli inserzionisti scappino.

Le opportunità di monetizzazione per gli streamer

Twitch è stato pensato per offrire agli streamer, detti twitcher, la possibilità di guadagnare con le proprie dirette. Alcune di queste modalità sono state copiate da YouTube e da Facebook. A seconda delle performance raggiunte (numero di follower, ore trasmesse, spettatori) lo streamer può aspirare a diventare affiliato o partner. Questi ultimi hanno più supporto da parte di Twitch e più vantaggi (giorni di storage, maggiori opzioni di abbonamento e altro). Gli affiliati e i partner hanno almeno tre opportunità di monetizzazione:

La pubblicità su Twitch

Difficilmente le aziende aprono canali su Twitch per rendersi visibili. Si limitano a sfruttano diverse opportunità di marketing, tra cui quelle pubblicitarie offerte dalla piattaforma. I formati nativi sono vari, si va dai più tradizionali ai più peculiari.

A questi formati si aggiunge il Bounty Board, un vero e proprio marketplace, che permette alle aziende di elencare delle attività desiderate e agli streamer di accettarle (le vedranno apparire nella propria dashboard). Ad esempio l’azienda può richiedere di giocare ad un certo gioco per un’ora, in cambio di 100 dollari.

Influencer Marketing su Twitch

Oltre alla pianificazione di pubblicità nativa, i marketer possono ricorrere ad altre tecniche per sfruttare Twitch come ambiente di promozione, ad esempio coinvolgere, direttamente o tramite agenzia, i creator per azioni di Influencer Marketing. Questo perché sono loro i veri catalizzatori dell’attenzione degli spettatori. A livello mondiale i più famosi twitcher sono Ninja (oltre 16 milioni di follower), Tfue (circa 10 milioni) e shroud (8,5 milioni). In Italia POW3R (oltre 1,2 milioni), ilMasseo (circa 1 milione), ZanoXVII (oltre 700 mila).
La fase più critica è quella della scelta dello streamer giusto, che non necessariamente deve essere quello più noto, ma il più in linea con la brand identity e con i messaggi che si vogliono amplificare.
Alcune aziende stipulano contratti di sponsorizzazione di lungo periodo (Giorgio Calandrelli, aka POW3R, ha collaborato con BMW, Adidas, AMD, Lavazza) che possono prevedere la fornitura di prodotti e l’esposizione del brand durante gare, eventi, video. Altre puntano su attività sporadiche, più o meno creative. La maggior parte delle volte lo streamer si limita a mostrare il prodotto e a parlarne durante le dirette oppure ad offrire sconti.

Il futuro di Twitch

Twitch sta continuando a investire pesantemente nell’area degli eSports. Ha creato una directory dedicata sul sito e sta organizzando una serie di tornei professionali dedicati a diversi titoli (Twitch Rivals).
Inoltre ha creato Versus by Twitch, una suite di strumenti software pensati per chi vuole organizzare tornei online, dalla quale creare, gestire e trasmettere eventi di gioco.

Allo stesso tempo la piattaforma vuole affrancarsi da questa sua eredità ingombrante, che ne limita l’utilizzo agli appassionati di giochi. Per uscire dalla nicchia del gaming sta dando spazio a nuovi canali e credo che in futuro proverà ad accaparrarsi creator specializzati in altri settori (moda, cosmesi, fitness) e che abitano altri luoghi.

Non sarà facile perché la competizione nel mercato del game streaming è molto accesa. La piattaforma di Google vuole difendere la sua posizione di luogo privilegiato per consumare video online, ma al tempo stesso sta provando a rafforzare la sezione videogiochi (YouTube Gaming) e l’offerta per i gamer professionisti. Facebook, forte dei suoi 2,3 miliardi di utenti, sta promuovendo la sua area giochi, dandole preminenza nell’interfaccia utente e creando un’offerta di titoli da giocare in cloud (senza bisogno di installarli). In futuro potrebbe far leva anche sull’utenza di Oculus se i giochi in realtà virtuale dovessero diventare rilevanti tra i consumatori.

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