Il Web3, che spesso viene confuso col metaverso (qui ho provato a fare un po’ di chiarezza), è ancora di là da venire, ma ci sono progetti basati sulle tecnologie blockchain che sono particolarmente interessanti. Tra questi The Sandbox, che si autodefinisce un metaverso, è un mondo digitale in costruzione con una sua specifica economia, ma anche un gioco che premia i creatori di contenuti (oggetti ed esperienze) che sono disposti ad investire nelle proprie capacità.
Come funziona The Sandbox
The Sandbox è un progetto che nasce da un omonimo gioco, in stile pixel art bidimensionale, creato da Pixowl nel 2012. Nel 2018, Animoca Brands, software house di Hong Kong, rileva la società e agevola la progettazione di un mondo tridimensionale (fatto di pixel volumetrici detti voxel art), costruito sulla blockchain Ethereum, che viene rilasciato nel 2020.
Attualmente il prodotto è in fase Alpha, ma la sua economia è già funzionante. Al momento attrae mensilmente 30.000 utenti attivi, metà dei quali lo usa per più di un’ora al giorno.
Come suggerito dal nome, The Sandbox è una sabbiera, un spazio con della sabbia digitale da utilizzare per costruire mondi. L’obiettivo dell’azienda è di creare un ecosistema di gioco community-driven e decentralizzato ossia un luogo nel quale i creator possano realizzare e monetizzare oggetti e giochi, usando la blockchain.
L’utente può registrarsi con vari metodi, ma ha bisogno di un wallet (Venly, Bitski, Metamask) che serve come portafoglio di criptovalute da utilizzare nelle transazioni. A questo punto, dopo aver scelto e personalizzato il suo avatar, può esplorare giochi ed esperienze esistenti (in questa fase Alpha bisogna aspettare che l’azienda renda disponibili le cosiddette “stagioni”) oppure partecipare attivamente facendo tre cose:
- acquistare LAND. Le LAND sono elementi certificati su blockchain, in particolare NFT ERC-721. Esistono terreni semplici o premium (corredati da elementi aggiuntivi). Inoltre si possono comprare più LAND, detti ESTATE. Più ESTATE di titolari diversi possono formare un DISTRICT (le cui regole dovranno essere definite comunemente). Avendo un terreno è possibile far pagare chi lo visita o prende parte alle esperienze progettate su di esso, affittarlo ad un “creatore di giochi” o venderlo;
- creare ASSET. Gli ASSET sono elementi usabili in The Sandbox, come edifici, abiti, oggetti. Si possono realizzare attraverso il tool gratuito VoxEdit. Poi vengono “coniati” sulla blockchain (diventano NFT ERC-1155) e messi in vendita su The Sandbox Marketplace.
L’asset che si crea può avere particolari caratteristiche descritte in due tipologie di token ERC-20: CATALYSTS e GEMS. Il catalizzatore definisce il livello e la rarità di un asset. Può essere di quattro tipi (Common, Rare, Epic, Legendary) che definiscono quante gemme può contenere l’asset, quanti attributi ha e quante copie ne esistono. Le Gemme possono essere cinque (Power, Defence, Speed, Magic e Luck) e vanno a determinare le funzioni di un oggetto. Ovviamente la rarità e le caratteristiche dell’asset incidono sul suo prezzo; - creare GAME ossia esperienze ludiche attraverso il software gratuito GAME MAKER. Si tratta di uno strumento semplificato, del tipo “no code”, che non richiede doti di programmazione. Anche questi giochi possono essere messi in vendita nel marketplace, sotto forma di NFT (ERC-1155).
L’economia di The Sandbox
The Sandbox è un mondo in costruzione, dove tutto ha un prezzo. La sua economia si basa su due elementi scarsi: i terreni e la valuta.
La mappa di The Sandbox è composta da 166.464 LAND ossia appezzamenti di terreno dalla dimensione di 3072x3072x4096 voxel (pixel tridimensionali) equivalenti a 96x96x128 metri. Di questi, il 74% è disponibile per gli utenti, il 10% è rimasto di proprietà dell’azienda e il 16% costituisce una riserva che viene distribuita come ricompensa a partner e creator.
I primi lotti sono stati venduti in cinque fasi di prevendita, dal 2019 al 2020, ad un prezzo pubblico di 48 dollari e con uno sconto decrescente in modo da privilegiare i primi acquirenti.
I LAND possono essere acquistati usando il marketplace interno o anche sui mercati secondari, come OpenSea. Il prezzo varia in base alla dimensione, all’ubicazione, oltre che al rapporto tra domanda ed offerta (oggi partono da un prezzo di 30.000 dollari).
Le transazioni di terreni, oggetti e giochi sono basate sulla crypto moneta nativa $SAND. Si tratta di un token ERC-20 emesso in 3 miliardi di unità per cui il suo valore fluttua in base alla domanda e all’offerta (quindi anche in base alle attività che ruotano attorno al gioco). I token $SAND si possono acquistare usando la valuta corrente sulle piattaforme di exchange come Binance, Simplex, Crypto, ma si possono anche ottenere partecipando alle attività che l’azienda propone nel gioco (contest, programma referral) e sui suoi account social.
Per ogni transazione si paga una tassa del 5%, che per metà va ad alimentare la Fondazione (quindi le finanze aziendali) e per la restante parte va a rimpinguare un fondo, detto “Staking Pool”, che serve a pagare gli interessi agli utenti che decidono di depositare una parte delle loro monete (attività nota come “staking”).
The Sandbox, oltre che dalle tasse sulle transazioni e dalla vendita di LAND, guadagna anche dall’accesso ad eventi creati dalla stessa azienda. Ad esempio per partecipare all’evento “Alpha Season 1” bisognava avere un pass (un ticket NFT acquistabile o vincibile) che permetteva di esplorare 18 esperienze, guadagnare $SAND e oggetti di gioco (anch’essi NFT).
Le opportunità di marketing su The Sandbox
Tra i proprietari terrieri più importanti di The Sandbox c’è la mitica Atari, che ha ricreato i suoi giochi storici Asteroids, Pong, Centipede e Super Breakout. Il brand The Smurfs ha progettato la sua Puffolandia, The Walking Dead ha realizzato un gioco con i suoi personaggi, il rapper Snoop Dogg ha una sua magione dedicata al divertimento (i suoi party sono a pagamento). Ma ci sono anche molte aziende del mondo crypto come Binance, un giornale come The China Morning Post e una squadra di calcio, il Manchester City. Infine Adidas ha prenotato un lotto per future attività.
Ma quali sono le opportunità di marketing su The Sandbox?
Avere una terra dà diritto alla creazione di un proprio mondo digitale nel quale ospitare eventi, giochi, mostre, concerti, oppure semplicemente incontrare i propri fan. Inoltre le aziende tendono a rendere disponibili avatar, oggetti, capi di abbigliamento (sotto forma di NFT) in modo da spingere gli utenti a promuovere il proprio brand utilizzandoli.
Queste attività possono essere gratuite o a pagamento. Generalmente si sceglie una formula mista che ha l’obiettivo di fidelizzare e poi monetizzare.
Oggi chi sceglie di essere su The Sandbox lo fa per rendersi visibile e per entrare in contatto con un pubblico specifico, difficilmente raggiungibile altrimenti: giovanissimi che si trovano a loro agio con la creazione di giochi ed early adopter del mondo cripto.
La scelta di essere in The Sandbox va valutata non considerando solo l’investimento iniziale, ma anche lo sforzo di tempo e risorse che richiede la cura della propria presenza nel lungo periodo.
Oltre a ciò va stimata la tenuta futura della piattaforma. Recentemente l’azienda ha ricevuto 93 milioni di dollari da Softbank e dunque ha risorse per rafforzarsi tecnologicamente e coinvolgere nuovi creator che sono il perno degli ambienti digitali creativi (The Sandbox ha pagato più di 2,5 milioni di $SAND a circa 30.000 content creator).
Ma siamo in una situazione molto fluida di mercato, in cui diversi progetti simili cercano di imporsi e gli ostacoli alla massificazione sono ancora numerosi (usabilità, propensione ad investire). Certo è che il marketing aumentato passerà anche da questi territori.