Riporto alcuni stralci significativi dell’intervista fatta da Giovanni Boccia Artieri a Derrick de Kerckhove , sulla rivista Sociologia della Comunicazione, messa a disposizione da Giovanni:
(…) Il tag è il messaggio. Il tag è la natura propria di Internet. Senza il tag, senza questa possibilità di condividere i messaggi che vengono trattati e mandarli in rete in pezzi diversi che seguono rotte diverse, Internet sarebbe un sistema unicamente punto a punto e non distribuito come di fatto è.
(…) non ci troviamo di fronte alla perdita della nostra corporeità, invece la stiamo estendendo: estendiamo il nostro corpo e ridistribuiamo la nostra sensorialità a tal punto da portare le reti al livello della nostra epidermide (…).
Torniamo a una cultura dell’esperienza, torniamo a una cultura del contesto, però senza perdere il valore del testo: cioè la flessibilità, la fluidità, la “tirabilità” del testo fuori dal contesto. Questo significa essere nell’i-pertinenza, la pertinenza hiper. Perché siamo capaci con motori di ricerca sempre più veloci ed intelligenti e complessi, con modi di personalizzare la ricerca sempre più precisi, utilizzando le forme di selezione che dipendono dalle esperienze dei singoli, come con il social tagging, di avere risorse cognitive straordinarie che si trovano fuori dalla nostra testa.