C’è spazio solo per Facebook tra le reti sociali? Probabilmente no. A dimostrarlo non è solo il successo del celebre LinkedIn, ma anche quello del meno conosciuto Badoo.
Nelle parole del suo schivo creatore Andrey Andreev, “Badoo simply continues the offline lifestyle. Badoo is just a casual way to hook up with people, as you do in the street or nightclub. But we make the world work faster“.
Il servizio, creato nel 2006, ha appena superato i 120 milioni di membri, in oltre 180 nazioni, che crescono al ritmo di circa 300.000 al giorno. Può vantare 4.3 milioni di foto e video caricati quotidianamente e 7 miliardi di pagine viste al mese.
I suoi utenti sono per il 45% donne e per il 55% uomini. L’86% ha un età compresa tra i 18 e i 34 anni.
Un successo, quello di Badoo, che non si deve al mercato anglosassone, ma a paesi come il Brasile (14.1 milioni di utenti), il Messico (9 milioni), la Francia (8.2 milioni), la Spagna (6.5 milioni) e l’Italia (6 milioni).
Inizialmente la sua crescita ha poggiato su esecrabili sistemi di diffusione ai limiti dello spamming, ma ultimamente è stata guidata dalle applicazioni per Facebook (la terza più usata dopo FarmVille e CityVille) e per iPhone/Android.
La cosa interessante è che questo successo di pubblico è stato abilmente accoppiato ad un business model freemium, attualmente profittevole, a sentire Andreev. Il servizio è gratuito, ma se gli utenti vogliono rendere più visibile il proprio profilo agli altri membri o aver la possibilità di inviare messaggi a membri sconosciuti, devono pagare almeno un euro. Altra fonte di ricavo sono i regali virtuali che possono essere acquistati per “flirtare” online.
Oggi Badoo è corteggiato dai più importanti venture capitalist e punta ad un IPO che lo porterebbe a racimolare una cifra che dovrebbe aggirarsi sui 2 miliardi di dollari.