Il racconto che i media fanno dei social media sembra inevitabilmente polarizzato: alcuni ne sostengono l’irrilevanza, altri avvertono il rischio di influenza sulle scelte politiche.
In realtà quello che sta accadendo, e che contribuisce a creare l’illusione del potere della Rete, è che i social network stanno facendo emergere una serie di opinioni fino ad oggi poco evidenti sia ai media che ai politici. Una “sfera pubblica effimera”, come la definisce Habermas riferendosi alle comunicazioni informali ed episodiche che hanno luogo nei caffè o per strada, che sempre più spesso si palesa nelle pagine personali dei politici e nelle timeline di Twitter.
Come spiega Giovanni Boccia Artieri, ordinario di sociologia dei new media ad Urbino, “lo stato di vigilanza civica associato alla pressione di appartenere a cerchie sociali connesse attraverso la Rete crea nuove condizione di vita politica degli eletti”. Sicuramente sempre più spesso i politici avvezzi alle nuove tecnologie tenderanno a buttare un occhio sulle opinioni lasciate sui social media, ma è troppo presto per preoccuparsi di un pericoloso rischio di condizionamento. Purtroppo al momento la Rete viene, nella maggior parte dei casi, semplicemente strumentalizzata per legittimare scelte già compiute dai vertici o stigmatizzare comportamenti altrui.
Il resto lo potete leggere sulla mia nuova rubrica per Europa dal titolo Big Data nella quale proverò a mettere a fuoco le implicazioni della società dei dati su politica e società