Ogni volta che entriamo all’interno di un social network accettiamo, a volte a cuor leggero, di cedere alcuni dati che ci riguardano. La stessa cosa succede quando usiamo un servizio web o un’applicazione che richiede un’identificazione e, per comodità, usiamo il “Social Login” ossia le credenziali già create per Facebook, Google, Twitter e simili.
Per non perdere di vista quali sono le tracce che stiamo lasciando online conviene fare un giro su Social Profile Navigator.
Si tratta di uno strumento creato da Janrain, azienda che offre servizi di “profile management”, che mostra un quadro delle informazioni personali cedute ad oltre venti social media.
Si scopre che Facebook e LinkedIn sono i servizi che, previo consenso, chiedono e dunque hanno più dati (da quelli demografici a quelli sugli interessi e la vita lavorativa). Twitter e Google, invece, ne catturano di meno.
Insomma prima di usare il pulsante di “Social Login” conviene non solo chiedersi se un certo servizio web o applicazione merita i nostri dati, ma anche quanti e quali.