Il termine Martech segnala l’incrocio tra il marketing e la tecnologia. Comprende le attività e gli strumenti tecnologici che aiutano i marketer a raggiungere i propri obiettivi.
Oggi chi fa marketing non può snobbare la tecnologia. Anzi io credo che la professione del marketing sarà sempre più in simbiosi con tutto ciò che è tecnologia. Chi non sarà in grado di comprendere come usare il software per rendere più efficaci ed efficienti le attività di marketing e comunicazione perderà un vantaggio competitivo cruciale.
Il primo a tracciare una mappa di questo nuovo territorio è stato Scott Brinker, VP di Hubspot e autore del sito chiefmartech. Il panorama comprende le soluzioni tecnologiche in grado di agevolare diverse tipologie di attività di chi si occupa di marketing:
- la pubblicità (in questo caso spesso si parla di AdTech) e le sue declinazioni come il mobile marketing, display e programmatic, search, social, native, video, pr, stampa;
- i contenuti (app, email marketing, video, CMS, SEO);
- il mondo social e della gestione delle relazioni (monitoraggio e gestione social, community, influencer marketing, loyalty, chat, CRM);
- l’ecommerce e le vendite (retail, IoT, sales automation, ecommerce);
- i dati (analisi performance e attribution, data intelligence e visualization, DMP);
- il management (gestione di progetti di vario tipo, di prodotti, di persone).
E’ un mondo variegato fatto di oltre 7000 vendor che oggi è possibile raggruppare in tre macro categorie:
- Ecosistemi: piattaforme di grandi player come Salesforce, Adobe, Oracle, Microsoft, Hubspot, Google che, attraverso la disponibilità di API e l’apertura di marketplace, hanno consentito a sviluppatori di terze parti di creare software ulteriori in grado di estendere le funzioni della piattaforma madre;
- Experts: sotto questa etichetta Scott Brinker mette tutte quelle società di consulenza che aggiungono valore ai software di martech attraverso servizi di personalizzazione (es. Deloitte, Accenture, PwC);
- Citizens Martech: sono soluzioni software che risolvono problemi specifici e che possono essere create anche da piccoli sviluppatori. Si va sempre più verso un’era di “democratizzazione” della produzione del software grazie alla disponibilità di prodotti che permettono ai meno esperti di creare facilmente codice. Ciò aumenterà drasticamente la produzione di soluzioni martech “dal basso”.
Il software si sta mangiando il mondo, per dirla con Marc Andreessen, e anche il marketing. Ma questo non è un male perché il software può essere utile almeno in due situazioni: per aumentare la comprensione dei fatti attraverso l’analisi dei dati e per semplificare le attività a più basso valore aggiunto. Sta al marketer moderno capire come integrarlo nella routine quotidiana, sfruttandone al meglio le potenzialità per i suoi fini di business.