Vincos – il blog di Vincenzo Cosenza

Foursquare: 50 milioni di utenti e la partnership con Twitter

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L’11 marzo del 2009 vedeva la luce Foursquare, un’applicazione in grado di permettere la condivisione dei luoghi frequentati e aggregare consigli sugli stessi. A 6 anni di distanza e dopo diverse manovre per raggiungere una massa critica di utilizzatori (tra cui la creazione di Swarm), oggi viene annunciata un’importante partnership con Twitter. L’accordo permetterà al network dei 140 caratteri di usare il database di Foursquare per spingere gli utenti a geolocalizzarsi. Cliccando sul luogo condiviso si accederà anche a tutti i messaggi condivisi nello stesso posto. Ciò dovrebbe aumentare l’engagement delle persone e permettere alle aziende nuove opportunità di marketing.

Per la creatura di Denis Crowley è un buon modo per far cassa e ribadire gli obiettivi della sua avventura. Non semplicemente creare “un pulsante per il check-in”, ma un enorme database di luoghi o “location layer of the internet”, utile a creare un innovativo motore di suggerimenti.

Qualche numero che mostra la vitalità della piattaforma:

– oltre 50 milioni di utenti attivi (tra Swarm e Foursquare)
– 7 miliardi di checkin raccolti
– oltre 65.000.000 di luoghi censiti
– 250.000.000 di foto
– 70.000.000 di suggerimenti lasciati dagli utenti
– 90.000.000 di “gusti” associati ai luoghi
– centinaia di milioni di chiamate via API al servizio, fatte da 85.000 sviluppatori (+30% rispetto allo scorso anno). Tra questi Microsoft (che usa Foursquare per la ricerca di Bing e Cortana), Pinterest, Waze, Flickr, Samsung, Citymapper e ora Twitter.

Crowley non si dà per vinto e ribadisce che la tecnologia di Foursquare (analisi dei segnali provenienti dallo smartphone per capire cosa sta facendo l’utente e predire i suoi movimenti) è ormai matura per offrire alle persone consigli proattivi e personalizzati, sulla base dei gusti e del luogo in cui ci si trova.
Nei prossimi mesi vedremo se l’accordo con Twitter, oltre a portare revenue, contribuirà ad ampliare l’utenza, prima che Facebook o Google riescano ad offrire servizi migliori.

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