I dati degli italiani iscritti a Twitter non sono mai stati dichiarati ufficialmente (ieri il direttore della comunicazione europeo mi ha confermato che per scelta non rilasciano dati specifici per nazione). In una presentazione galeotta di un anno fa se ne segnalavano 1,3 milioni. Oggi, un’approssimazione della crescita si può avere spulciando le informazioni di Audiweb/Nielsen e Google AdPlanner. Audiweb/Nielsen mi ha confermato che, a ottobre, ha rilevato 2.4 milioni di individui (a settembre erano 2.1) che hanno effettuato un accesso a Twitter.com almeno una volta nel mese attraverso un computer (da casa o ufficio).
Google, con altra metodologia, evidenzia 2.1 milioni di visitatori unici mensili (il dato considera gli accessi al sito twitter.com e dunque anche a m.twitter.com ma non quello tramite applicazioni client tipicamente usate da dispositivo mobile).
Al di là del freddo dato statistico è indubitabile che in queste settimane siano emersi forti segnali di una crescente curiosità degli italiani, in alcuni casi volano di iscrizioni, verso il servizio di microblogging:
– una modifica dei trending topic (temi di tendenza), evidente ormai da mesi, che ora riflettono l’universo tematico-valoriale di un pubblico più vasto di quello dei primi adottanti
– l’endorsement di Fiorello che si è innamorato di Twitter tanto da promuoverlo durante il suo show, non a caso intitolato #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend (con l’uso dell’hashtag, simbolo usato dagli utenti di Twitter per identificare un tema di conversazione). Come avvenuto già in USA, ciò ha spinto altri personaggi dello spettacolo a sperimentare questo mezzo di comunicazione (una panoramica aggiornata sul neonato Osservatorio Social VIP)
– un incremento del volume di ricerche su Google della parola “twitter” nell’ultimo mese, con una punta evidente tra lunedì 21 e martedì 22 (vedi grafico interattivo). Probabile un Effetto Fiorello visto che nello stesso periodo non si rileva un picco di copertura stampa significativo. Si può ipotizzare che la citazione del servizio abbia spinto una parte degli 11,7 milioni di spettatori a ricercarne il significato attraverso il famoso motore di ricerca.
– l’interesse conseguente dei media che sta montando nuovamente, dopo un articolo del Corriere della scorsa settimana di Federico Cella e uno de La Repubblica di Riccardo Luna (per il quale mi è stato chiesto anche un parere).
Ora resta da vedere quante persone, dopo essersi iscritte, continueranno ad usarlo, quanti ne percepiranno la peculiare utilità e non si faranno scoraggiare da un ambiente non così ospitale e stimolante come quello di Facebook.