Qualche mese fa ho condiviso l’analisi annuale su audience e utilizzo dei social media in Italia. Oggi vi propongo un aggiornamento sull’uso delle applicazioni per la messaggistica istantanea nel corso del 2020. L’analisi si basa sulle rilevazioni Audiweb powered by Nielsen, che sono riuscito ad intercettare. I dati sono quelli medi delle audience delle app per chat da mobile (tablet e smartphone). La base degli utenti ha età compresa tra i 18 e i 74 anni, quindi sottostimati rispetto al reale utilizzo.
WhatsApp è la chat preferita da 33 milioni di italiani
L’app di messaggistica che per semplicità ha conquistato il cuore e i polpastrelli degli italiani è WhatsApp. In media nel 2020 l’audience mensile è stata di 33 milioni di persone (+4% rispetto alla media del 2019). Negli ultimi anni sto registrando questi incrementi leggeri, non più a doppia cifra, che potrebbero indicare un avvicinamento alla fase di plateau.
Interessante è valutare il tempo medio di utilizzo che, nell’ultimo trimestre del 2020, è stato mediamente di 11 ore e 44 minuti a persona al mese, fuori scala rispetto a quello delle altre applicazioni simili.
Facebook Messenger non cresce
Facebook Messenger è la seconda chat più utilizzata in Italia. Sono stati circa 23 milioni gli utenti medi nel 2020. Rispetto all’anno precedente si tratta di un’audience che non cresce (anzi ci sarebbe stata una leggera decrescita dell’1%).
Il tempo medio d’utilizzo nell’ultimo trimestre del 2020 è stato di 1 ora e 19 minuti a persona, al mese. Evidentemente, nonostante la funzione Rooms, che avrebbe potuto veicolarne un maggiore utilizzo, l’app è ancora molto dipendente dall’uso di Facebook (ad esempio per le attività di contatto con i brand, in ottica di customer care).
Telegram attrae 13 milioni di italiani
Al terzo posto, per numero di utenti, troviamo Telegram che attrae mensilmente circa 13,2 milioni di italiani e fa registrare un balzo, rispetto al 2019, del 23%. Il tempo di utilizzo medio che è di ben 2 ore e 9 minuti a persona al mese.
La creatura del russo Pavel Durov, che ha superato i 500 milioni di utenti mensili a livello globale, piace perché rispetta la privacy, ma anche perché permette di scovare contenuti pirata, non disponibili su altre piattaforme (giornali, film, software e musica).
Skype e Hangouts in crescita
Tra gli instant messenger meno utilizzati c’è ne sono due che nel 2020 hanno beneficiato della lontananza forzata dai luoghi di lavoro ed hanno invertito la loro traiettoria discendente. Skype nell’anno della pandemia è usata mediamente ogni mese da circa 4,1 milioni di italiani (+66% rispetto al 2019). Il tempo d’uso è stato di 45 minuti. A questi andrebbero aggiunti quegli utenti che la usano esclusivamente da desktop. Quello che è certo è che negli anni non ha saputo trovare un posizionamento distintivo, ma ha sempre oscillato tra app di messaggistica personale e strumento di lavoro, senza brillare per user experience.
Google Hangouts, la versione consumer delle chat del gigante di Mountain View che presto verrà sostituita da Google Chat, è stata usata mediamente da 2,9 milioni di persone. Qui la crescita è stata del 150%.
Destino di nicchia per le due app meno utilizzate. Viber ha circa 600.000 utenti (-19%) ma con un tempo speso invidiabile di 2 ore e 43 minuti. WeChat può far affidamento su una audience di 367.000 persone (-26%) che la usano per circa 1 ora al mese.
Come dicevo l’anno scorso, il mercato delle chat si è stabilizzato attorno ai figli di Zuckerberg, uno naturale (Messenger), uno adottivo (WhatsApp). Non si vedono all’orizzonte elementi esterni di disturbo. L’unica incognita è la capacità del padre di dare la stessa attenzione ad entrambe le creature ed accentuare i tratti distintivi di ciascuna.