Dubai: tra modernità e tradizione

Qualche giorno fa sono stato spedito dalla Hill & Knowlton a Dubai per un corso di formazione del quale parlo sul blog di agenzia. Qui provo a fissare alcune osservazioni che altrimenti dimenticherei e che magari possono esservi utili in caso doveste programmare una visita da quelle parti.

Appena arrivato, di notte, ho avuto subito la chiara percezione di trovarmi in una città molto moderna e organizzata, pulsante, ma anche piena di contrasti visivi e sociali. Guardando il panorama dalla stanza dello Shangri-La Hotel mi è sembrato di essere in una specie di Blade Runner nel deserto, con grattacieli dalle forme più avveniristiche svettanti alla conquista del cielo (come il Burj al-Arab, a forma di vela).

Dubai - Sheik Zayed Road

Dato che solo il 10% del PIL dell’emirato deriva dal petrolio, lo sceicco ha pensato di investire nel turismo e di attrarre gli investimenti stranieri con una tassazione favorevole; di conseguenza questa sorta di nuovo faraone sta edificando ovunque, anche in mare (i progetti “The Palm” e “The World” isole artificiali a forma di palma e di mondo). 

Purtroppo Dubai è una città senza storia, per cui le uniche cose genuine che è possibile ammirare sono i suq dei tessuti, dell’oro e delle spezie, e il quartiere di Bastakiya dopo aver attraversato il Dubai Creek a bordo di un “abra”.

Durante le ore più calde (in questo periodo c’erano 36 gradi, ma si arriva a 50 dopo aprile) ci si può fare un giro nel “Mall of the Emirates” un centro commerciale che si sviluppa su una superficie di oltre 220.000 Mq e che contiene anche 3 piste da sci (devo dire che vedere la gente sciare al coperto fa uno strano effetto).

Tra le esperienze da fare per immergersi nella cultura della popolazione locale: mangiare nel deserto, bere il succo di mango e fumare la shisha !

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