Quante volte abbiamo sentito associare il problema della troppa informazione a quello dell’era nella quale viviamo ? In realtà, secondo Clay Shirky la prima concreta evidenza di information overload risale alla costruzione della Biblioteca di Alessandria, quando risultò lapapalissiano che nessun essere umano avrebbe potuto assorbire quella quantità di informazione nell’arco di una vita.
Il vero e peculiare problema del nostro tempo non è l’abbondanza dell’informazione, ma la nostra incapacità di filtrarla adeguatamente ossia di progettare e poi di usare quotidianamente filtri, magari collaborativi, per assorbire solo ciò di cui necessitiamo. In tale ottica, se può interessarvi, ormai un anno fa, avevo schematizzato il panorama dei servizi web 2.0.
Sul tema dell’information overload un simpatico widget creato da Sprint (premi shuffle per ottenere nuove statistiche).
L’intervista del Columbia Journalism Review a Clay Shirky – Ia e IIa parte
C’e’ pero’ una differenza: mentre ai tempi della biblioteca di Alessandra non era RICHIESTO restare “uptodate” continuamente, in certi lavori oggi lo e’. Se resti indietro con le informazioni, con le news, spesso sei fuori gioco.
Non e’ solo una questione di filtri, ma di ritmi e aspettative della societa’ moderna.