Sociologia dei media digitali (Laterza) è un manuale di sociologia scritto dall’amico Davide Bennato, docente all’Università di Catania. Chiaramente pensato per gli studenti universitari, il libro è utile anche per chi volesse inquadrare i nuovi fenomeni della rete in una prospettiva storica e teorica.
Il testo è suddiviso in tre sezioni: Contesto, che contiene una panoramica sui processi comunicativi, Strumenti, ossia le infrastrutture della collaborazione, Valori, sulla dimensione etica della network society. L’ultima mi è sembrata la più interessante, ma anche quella più meritevole di un approfondimento ulteriore. Così ho rivolto due domande all’autore, che mi ha gentilmente fatto avere il suo libro in anteprima.
Davide quali sono le sfide etiche che pongono le tecnologie di rete?
Le tecnologie di rete mettono duramente alla prova le cose in cui crediamo, i nostri valori, sia creando situazioni nuove che non siamo abituati a gestire, sia rileggendo in chiave profondamente diversa problemi che fanno parte del nostro vivere quotidiano e che sono stati tema di discussione di filosofi e politici.
A mio avviso le sfide più importanti sono: la questione della privacy che viene riletta come tensione fra visibilità e opacità, il problema della libertà di espressione che i social network traducono come promozione di gruppi moralmente controversi (come i gruppi Facebook a sostegno dei mafiosi), la tematica della dataveglianza ovvero la sorveglianza attraverso la raccolta indiscriminata dei dati da parte delle piattaforme ma anche degli utenti (quando vengono postate informazioni su altre persone che non fanno parte della nostra rete di contatti).
Quello che si assiste nelle reti è il fenomeno che potremmo chiamare l’effetto farfalla delle informazioni: ovvero informazioni semplici e all’apparenza innocue possono avere effetti macroscopici e imprevisti a causa dell’effetto moltiplicatore e di circolazione incontrollata che hanno i social network.
Esiste un modo etico per usare i social network?
Non è facile rispondere a questa domanda: dipende caso per caso. In linea di principio valgono le regole della netiquette, ovvero quell’insieme di norme informali che regolano la vita sociale dei social network e che la frequentazione degli spazi digitali porta ad apprendere progressivamente.
In senso più generale credo che valga l’osservazione di Kant sulla libertà secondo cui la nostra libertà finisce quando inizia quello dell’altro.
Questo vuol dire che apertura, ascolto e tolleranza sono principi imprescindibili per un uso etico della rete.