Su Facebook ogni giorno oltre 1,6 miliardi di persone, tra cui 28 milioni di italiani, condividono opinioni e umori, che spesso riguardano le proprie esperienze di consumo.
Il problema è che questa miniera di informazioni non era disponibile fino a poco tempo fa. Addirittura Zuckerberg ha chiuso le API che permettevano una consultazione gratuita, anche se parziale, dei post condivisi pubblicamente dagli utenti.
E così i vari fornitori di software di monitoraggio della rete si sono ritrovati a poter raccogliere solo i dati provenienti dalle pagine pubbliche. Ma per ogni 1.000 interazioni che avvengono sulla pagina di un brand, ce ne sono oltre 70.000 che avvengono altrove, negli status update delle persone.
Questa miniera di Big Data, chiamati Facebook Topic Data, sono rivenduti attraverso DataSift.
Da oggi Blogmeter, azienda per la quale lavoro, è la prima società italiana a renderli disponibili, attraverso una dashboard dedicata, ai propri clienti.
Partendo dalle parole chiave, oggetto dell’analisi che si vuole condurre, è possibile capire non solo quanti le utilizzano negli status update e l’impatto generato in termini di interazioni (commenti, like, condivisioni), ma anche gli argomenti correlati e i link più condivisi.
Il vero “game changer” per tutti i marketer è la possibilità di scoprire una serie di informazioni preziose sulle audience, prima impossibili da ottenere. Ad esempio il sesso delle persone che citano l’argomento analizzato e interagiscono con i post che ne parlano, l’età e la loro posizione geografica.
Con l’accesso al più grande focus group non sollecitato del mondo sarà possibile condurre ricerche di mercato su temi specifici, sul proprio brand e i suoi competitor, valutare campagne di marketing, individuare i contenuti più apprezzati in riferimento ad un argomento, capire i gusti e le abitudini di pubblici specifici.
Se volete saperne di più visitate la pagina dedicata o scrivetemi.
Si ma che ansia sapere che ogni cosa che scrivo è monitorata. E non voglio far polemica: fa parte del gioco, ovvio. Però, che ansia!