Il New York Times (edizione di NYC e web) mi ha intervistato a proposito della strategia social di Matteo Salvini. Oltre ad un’analisi qualitativa ho fornito informazioni quantitative di supporto che non hanno trovato posto nel pezzo e che condivido qui.
Facebook fino al 2017 è stato il regno di Beppe Grillo. Oggi è Matteo Salvini il politico con il seguito più ampio con oltre 3,3 milioni di fan, seguito dal suo compagno di governo Luigi Di Maio con circa 2,2 milioni. Ma l’analisi dei tassi di crescita, rilevati settimanalmente, mostrano un andamento interessante.
Il picco di acquisizione maggiore del leader 5 stelle si è avuto a marzo grazie alla vittoria elettorale. Poi l’insediamento del governo Conte ha portato ad un ulteriore sviluppo per entrambi i vice premier.
Da dopo l’estate, però, stiamo assistendo ad un ridimensionamento della crescita, con tassi di acquisizione dei like nell’intorno dello 0,5% a settimana.
L’analisi dell’engagement delle pagine (reazioni, commenti, condivisioni) evidenzia un picco straordinario di circa 18 milioni di interazioni per Salvini a giugno. Il motivo va ricercato nella nascita del governo giallo-verde, ma anche nel rafforzamento della sua strategia social fatta di live (comizi e messaggi agli elettori) e post provocatori e polarizzanti (soprattutto sulla questione immigrazione).
Ma dopo l’estate anche il numero di interazioni è andato diminuendo, pur rimanendo alto.
Il segretario della Lega, nel 2018, è anche riuscito a diventare il politico italiano più seguito su Instagram (con un account fotocopia della pagina Facebook). A maggio ha superato Di Maio e ora può vantare oltre 1,1 milioni di follower. Anche qui, negli ultimi mesi, si nota un rallentamento dei tassi di crescita dei follower e delle interazioni.
Su Twitter il politico più seguito resta Matteo Renzi con oltre 3,3 milioni di follower, ma i due vice premier sono quelli che coinvolgono di più il pubblico. In termini assoluti Salvini raccoglie più interazioni di Di Maio, perché twitta anche molto di più. In termini relativi il leader 5 Stelle vince per numero di retweet e like medi per tweet.
In generale la social media strategy di Matteo Salvini è efficace, pur non risultando particolarmente sofisticata (nessun segno di sistemi intelligenti come ebbi modo di dire ad AGI). Non c’è grande differenziazione per canale, gli stessi post vengono spalmati ovunque.
Lo stile dei contenuti è amatoriale e la comunicazione diretta (provocatoria e polarizzante), al fine di sottolineare la vicinanza all’elettore/follower. Il messaggio che passa dai selfie e dai cibi esibiti è “sono uno di voi, fidatevi”.
Meloni intorno alle elezioni stava quasi certamente comprando seguaci fasulli (anche se forse involontariamente, come può capitare comprando la pubblicità di Twitter). Me ne sono accorto perché trovavo fra i nuovi seguaci dei palesi bot con interessi incongrui e fra cui c’era sempre Meloni.
Quanto di queste accelerazioni e decelerazioni di seguito può dipendere da un’accresciuta o decresciuta spesa in acquisto di seguaci?