Captain Britain twitta e i Watchmen contaminano la Storia

Nel settembre 2007 avevo parlato di una contaminazione possibile tra i meta-versi del fumetto e dei social media. Oggi, mi sono imbattuto, nel primo esperimento di (micro)narrazione fumettistica crossmediale attraverso Twitter. E’ Captain Britain, o meglio l’autore Paul Cornell della Marvel, a raccontare le sue gesta quotidiane attraverso post di 140 caratteri.

Nel campo avverso della DC Comics arriva all’acme la strategia di social media marketing di supporto al film Watchmen, che si compone di una parte tipica del marketing dei film:
– un blog che ha seguito tutte le fasi della produzione del film
– un sito ufficiale della pellicola
Videogiochi Online e applicazioni per iPhone
– un sito che permette di creare goodies brandizzati (widget, sfondi, site skin, banner, ecc…)
– le pagine su Facebook

dr-m-vietnam

e di una parte atipica che, attraverso i social media, da sfogo ad una delle sotto-tracce narrative introdotte da Moore nel fumetto ossia l’esistenza di una pubblicazione “The New Frontiersman” che racconta la grande Storia e il contributo dei Watchmen. Oltre al sito The New Frontiersman troviamo:
Flickr con le (false) foto che (ri)costruiscono un epoca (in alto i vietcong si arrendono al Dr. Manhattan)
YouTube con i (falsi) videogiornali (in basso la notizia della legge che impedisce contro i vigilanti mascherati)
Twitter per rilanciare le news
Friendfeed, che raccoglie tutto il materiale proveniente dagli altri social media

C’è da sperare che queste attività non rimangano solo esperimenti, ma che rappresentino un nuovo modo di raccontare le storie che coinvolga dall’inizio le attività di social media marketing, finora considerate meramente di supporto ex-post.

Da leggere Distopie Americane di GBA

2 replies on “Captain Britain twitta e i Watchmen contaminano la Storia”
  1. says: Diego Anzisi

    L’attività virale realizzata per watchmen mi sembra davvero ben fatta. sono curioso di sapere se i materiali sono stati creati ad hoc (e credo proprio di si) per l’attività pubblicitaria o sono parte del materiale del film.

    Come spesso accade per queste campagne, è totalmente assente la localizzazione in italiano… che ne pensi?

  2. says: vincos

    Penso anch’io che i materiali siano stati pensati prima di queste fasi di lancio ad hoc.
    Come spesso accade manca la localizzazione in italiano, che richiede sempre tempi lunghi ed extra budget, ma anche della ricerca di un’agenzia che capisca e sappia realizzarla 🙁

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