I Radiohead (una delle mie band preferite dai loro esordi), abbandonata la EMI, cercano una nuova via senza intermediazioni alla distribuzione della musica. Lo fanno vendendo direttamente dal proprio sito il prossimo album In Rainbows (un bel titolo psichedelico: come dire non ci interessa arrivare oltre l’arcobaleno, over the rainbow, ma essere dentro), che sarà disponibile in due versioni:
– quella digitale, scaricabile dal prossimo 10 ottobre, lasciando all’utente decidere quanto pagare
– quella materiale nella forma di un cofanetto deluxe (2 cd + 2 vinili + booklet) disponibile dal 3 dicembre al prezzo di 40 sterline
Indubbiamente lo “user generated price” dei Radiohead veicola un messaggio molto forte: non esiste un giusto prezzo per la musica, ma solo il prezzo che tu decidi di pagare in base a tue considerazioni soggettive (sarebbe bello se poi pubblicassero le statistiche relative).
Peccato aver commesso un errore grossolano: non dichiarare la qualità dei file musicali che potranno essere scaricati e l’eventuale presenza di meccanismi di protezione (DRM). In assenza di queste informazioni per me rilevanti, ho deciso di spendere solo 2 sterline, per evitare brutte sorprese, e riservarmi la possibilità di acquistare il cofanetto.
Inoltre, da un punto di vista marketing, Yorke e soci hanno ristretto l’arcobaleno dei propri ascoltatori a soli due colori/categorie: i fan sfegatati (disposti ad acquistare il cofanetto ad occhi chiusi) e tutti gli altri.
Il problema è che in quest’ultima categoria residuale rientrano almeno altre due categorie: non solo gli scaricatori abusivi (che i Radiohead tentano di convertire dando loro il potere di decidere il prezzo), ma anche coloro (navigatori e non) che avrebbero acquistato il cd a 15 euro e che non possono farlo.
Per ora l’effetto promozionale, da fist mover, è evidente; in basso un confronto col buzz generato sui blog dall’uscita del nuovo album del Boss, promosso in maniera tradizionale (si nota solo un sorpasso il 28 agosto in occasione dell’annuncio del nuovo singolo):
quoto:Il problema è che in quest’ultima categoria residuale rientrano almeno altre due categorie: non solo gli scaricatori abusivi (che i Radiohead tentano di convertire dando loro il potere di decidere il prezzo), ma anche coloro (navigatori e non) che avrebbero acquistato il cd a 15 euro e che non possono farlo.
PER QUEL CHE NE SO IO NON ESISTONO PIù QUELLI CHE COMPRANO I CD A 15 euro. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di eliminare le case discografiche. Forse a qualcuno mancheranno ma sono diventate inutili.
aspettavo da anni (POCHI) il modo di pagare quanto voglio un album equello dei radiohead l’ho comprato anche se non mi piace tanto mi piace il canale di vendita.
CIAO
MARCO