La redazione di Nòva mi ha coinvolto nel testing della nuova applicazione per iPad e ho accettato volentieri di scriverne. Su Il Sole 24 Ore in edicola oggi trovate il mio pezzo, che riporto anche qui in modo da aprirlo alla discussione.
La Vita Nòva è il primo esperimento italiano di un giornale che si fa applicazione digitale. Il format, inaugurato da Wired ed esaltato da Popular Mechanics, Time e PopSci+, è pensato per andare incontro alle nuove esigenze del lettore/navigatore abituato ai molteplici stimoli della rete.
La Vita Nòva riesce a coinvolgere nella lettura, nonostante la complessità degli argomenti approfonditi, grazie ad una grafica minimalista e non chiassosa e al sapiente dosaggio degli elementi multimediali. Gallerie fotografiche, video, audio, infografiche, giochi, in questo nuovo formato, non sono meri elementi riempitivi dello spazio intorno al testo, ma veri e propri oggetti che, stimolando l’interazione, arricchiscono l’esperienza di fruizione/apprendimento. Inoltre grazie alla funzione di aggiornamento degli articoli da remoto, il giornale sfugge al ciclo di lettura tipico della carta stampata, per rimanere vivo nel tempo.
I piccoli difetti di gioventù, come la latenza nel passaggio da una pagina alla successiva e la non immediatezza di alcune soluzioni (ad esempio il cruciverba), non inficiano l’esperienza complessiva.
Il passo successivo potrebbe essere quello di provare a recepire le istanze di partecipazione “dal basso” del lettore. Perché non ripensare la struttura dell’impaginazione, lasciando posto a finestre in grado di accogliere feed esterni relativi all’argomento trattato o i commenti dei lettori ? Un “giornalismo accresciuto” in grado di produrre un “giornale-community” potrebbe rappresentare un punto di forza inedito ed uno stimolo all’acquisto da non sottovalutare.
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