L’intelligenza artificiale sta trasformando la vita e il lavoro di molti, ma è sempre difficile capire quale sia la percezione della maggioranza delle persone. Così, insieme ad Ipsos (Osservatorio Nuove Tecnologie), abbiamo deciso di indagare le opinioni degli italiani con una ricerca approfondita che ha coinvolto un campione rappresentativo di 1.500 persone di età compresa tra 16 e 65 anni.
Alta la conoscenza dell’IA
Innanzitutto emerge come, tra i diversi temi tecnologici, l’Intelligenza Artificiale sia l’argomento più conosciuto (il 95% degli intervistati ne ha sentito parlare) insieme alla realtà virtuale. Molto meno noti la blockchain, le criptovalute e il Web3.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa, il 75% del campione dichiara di averne sentito parlare (quota che tra la Generazione Z aumenta all’88%). Tra questi il 20% dichiara di avere anche usato applicazioni di GenAI. Quindi, una quota ancora esigua degli italiani, pari al 15%, ha messo le mani su questi nuovi strumenti.
L’uso della GenAI è ancora basso
In termini di modalità d’uso, il 70% dichiara di usare l’IA generativa per uso personale, il 33% per lavoro e il 25% per lo studio (qui la percentuale sale 44% per la Gen Z). In particolare, gli usi più frequenti sono la generazione di testi (52%) o la sintesi (36%), la traduzione di lingue (33% che sale al 44% per i Boomer) e la generazione di immagini (32% che va al 58% per i Boomer). Solo al 26% l’analisi di dati, mentre sono ancora esigue le percentuali d’uso di strumenti per la generazione di audio (16%) e video (8%), normale vista l’attuale immaturità degli strumenti.
L’applicazione di GenAI più conosciuta è, naturalmente, ChatGPT, citata dal 64% del campione e in crescita rispetto al passato, probabilmente anche perché è l’app più citata dai mass media. Al secondo posto segue il competitor Google Bard con il 36%. Molto più in basso la conoscenza di Dall-E (13%), Midjourney (12%) e Stable Diffusion (10%).
Gli italiani si fidano abbastanza delle AI Generative, tanto che su una scala da 1 a 10, la fiducia è al 6,3. Però, questo non vuol dire che non vengano rilevate criticità come la veridicità delle risposte, la trasparenza delle fonti utilizzate e la privacy degli utilizzatori.
Mondo del lavoro e formazione
Rispetto all’utilizzo dell’IA generativa nel mondo del lavoro, gli intervistati mostrano un atteggiamento contrastato.
Da un lato evidenziano le prospettive positive, come la semplificazione dei processi (30%, 37% tra la Gen Z), creazione di lavori non ancora esistenti (23%) oppure aiuti per la propria professione (14%).
Dall’altro mettono in luce anche gli aspetti problematici come la perdita di posti di lavoro (26%), la minaccia per la creatività (26%), l’aumento del gap tecnologico tra le diverse generazioni (20%).
In questo contesto così dinamico e competitivo, il 43% è propenso ad un percorso formativo per apprendere l’uso di questi nuovi strumenti, ma solo il 14% crede che sarà decisamente necessario per il suo lavoro (se non vuoi perdere tempo ti ricordo i miei corsi sul tema).
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