Ho fatto un’interessante chiacchierata con Stefano Da Empoli, presidente di I-Com Istituto per la Competitività, nonché autore di “L’economia di ChatGPT” per Egea. Abbiamo parlato dell’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sull’economia e sul mondo del lavoro, toccando anche il dibattito sul copyright e l’importanza della regolamentazione e degli investimenti.
Un elemento del dibattito attuale riguarda l’impatto sulla produttività. Per Stefano, a livello individuale non c’è dubbio che la GenAI possa portare ad incrementi significativi, almeno nelle organizzazioni più aperte all’innovazione. A livello macro è meno facile prevedere l’impatto. Gli economisti si dividono nettamente.
Ad esempio, secondo Daron Acemoglu gli effetti macroeconomici dell’IA generativa saranno significativi, ma non rivoluzionari in termini di aumento della produttività. La sua analisi mostra che l’automazione guidata dall’IA potrebbe portare a miglioramenti modesti della produttività, con un impatto complessivo sul fattore totale di produttività (TFP) stimato tra lo 0,55% e lo 0,71% nei prossimi dieci anni, inferiore alle previsioni più ottimistiche di alcuni sostenitori dell’IA.
I critici dell’approccio di Daron Acemoglu verso l’IA generativa sostengono che le sue previsioni siano eccessivamente pessimistiche e limitate all’ipotesi di una sostituzione dell’uomo, mentre non considera l’effetto dell’uso dell’IA per aumentare le capacità dei lavoratori.
Con Stefano abbiamo parlato anche della strategia italiana sull’IA che non è chiara e soprattutto non è finanziata adeguatamente, con un miliardo di euro su cinque anni che dovrebbe finanziare diverse tecnologie tra cui l’IA. Insomma, in Italia se ne parla tanto ma le risorse investite sono molto inferiori a quelle della Francia o del Canada.
Vi lascio all’intervista completa. Buona visione.