L’intelligenza artificiale generativa ha stimolato la creazione di migliaia di applicazioni pensate per le masse, ma sono alcune riusciranno a diventare parte della vita di milioni di persone. A livello mondiale sappiamo che ChatGPT è stata l’app che più velocemente ha raggiunto i 100 milioni di utenti in soli due mesi dal lancio (TikTok ha impiegato 9 mesi e Instagram 2 anni e mezzo). Ora dichiara un utilizzo da parte del 10% della popolazione, quindi qualcosa come 800 milioni di persone. Ma cosa succede in Italia?
Sono riuscito ad ottenere i dati di alcune rilevazioni di “Audicom – sistema Audiweb” e ho fatto un po’ di analisi incrociate.
I valori sono riferiti al mese di aprile 2025 e riguardano l’audience da web e app, su qualsiasi dispositivo. La base degli utenti ha età compresa tra i 18 e i 74 anni, quindi i dati sono un po’ sottostimati rispetto al reale utilizzo.
ChatGPT usato da circa 9 milioni di italiani. Il 37% degli studenti
Anche nel nostro paese, l’app di Sam Altman fa il pieno di consensi. ChatGPT risulta utilizzata ogni mese, da inizio 2025, in media da 7,2 milioni di utenti (8,8 milioni solo ad aprile), ossia dal 17% della popolazione tra i 18 e i 74 anni che usa la rete (il 20,7% ad aprile).
Fa impressione la crescita dell’adozione: ad aprile 2023 era usata da soli 750.000 connazionali, che un anno dopo sono diventati 2,4 milioni. Ma l’accelerazione si è avuta negli ultimi dodici mesi, con un incremento del 266% e del +45% tra gennaio e aprile di quest’anno.
A grande distanza seguono Google Gemini, usato in media da circa 2,3 milioni di italiani (2,8 milioni ad aprile 2025) e Microsoft Copilot da 1,9 milioni (2,7 milioni ad aprile 2025). Questi due dati potrebbero essere sottostimati vista la possibilità di usare questi chatbot all’interno delle suite di produttività delle rispettive aziende.
Al quarto posto spunta l’alternativa cinese Deepseek con 716.000 utenti in media (518.000 ad aprile), seguita dal motore potenziato da IA Perplexity con 270.000 e da Claude di Anthropic con 158.000. Chiudono la classifica Character AI con 119.000 utenti e Grok, usabile da due mesi in Italia dentro X, con 54.000.
Identikit degli italiani che usano i chatbot di IA
Se diamo uno sguardo all’aspetto demografico, notiamo che i chatbot hanno un pubblico molto trasversale, con alcune peculiarità. Per esempio, guardando i dati di aprile 2025, ChatGPT viene usato per il 53% dagli uomini e un po’ tra tutte le fasce di età, con una prevalenza della fascia 25-34 in valori assoluti. Ma la penetrazione maggiore tra la popolazione di riferimento tocca il 35% tra i giovani della coorte 18-24.
Gemini e Copilot un riscontro più accentuato tra gli uomini (60%) e con una penetrazione alta nelle fasce d’età 35-54 anni per il primo e over 45 per il secondo.
Indagando i profili professionali che usano i chatbot si scopre che, in valore assoluto, sono soprattutto i dipendenti full-time, che probabilmente usano account aziendali. La particolarità è che ChatGPT ha la più alta penetrazione tra gli studenti: lo usa il 37% di loro.
Le app per la creatività
Accanto ai chatbot, ho voluto indagare l’uso delle applicazioni di intelligenza artificiale pensate come supporto alla creatività. Il servizio con più accessi è Suno con 274.000 utenti mensili in media (333.000 visitatori ad aprile 2025).
L’app permette di generare brani musicali a partire da prompt testuali e sonori. A seguire, ancora un software che ha a che fare con l’audio: Eleven Labs, una suite che permette di manipolare e creare suoni e voci sintetiche, usata in media da 81.000 utenti.
Tra le app per la creazione di immagini spicca Leonardo.ai che, nei primi quattro mesi dell’anno, ha raggiunto 76 mila utenti (101 mila solo ad aprile). A distanza troviamo Ideogram (39.000 utenti), nata per renderizzare testi all’interno di immagini e la più sofisticata Midjourney (54.000).
In ambito video, l’app leader in Italia è la cinese Kling, usata in media da 49.000 persone (79.000 solo ad aprile). La seguono Runway con 54.000, HeyGen con 47.000, Pika e Luma AI con, entrambe, 17.000 utenti mensili in media.
Per quanto tempo vengono usate le IA?
Se guardiamo al tempo di utilizzo si scopre che l’app più coinvolgente è Character AI, usata dai più giovani, soprattutto donne, per creare chatbot con una personalità specifica e chattare con essi. Qui l’uso sfiora le 20 ore al mese per persona. Un dato enorme che testimonia come i chatbot personalizzabili stiano diventando dei compagni per i più giovani.
A grande distanza arrivano ChatGPT che è usato 1 ora e 48 minuti per persona nel mese di aprile 2025 e Perplexity che sfiora l’ora di utilizzo. Seguono Deepseek con 42 minuti, Claude con 34 minuti, Gemini con 23, Copilot con 19 e Grok con soli 12 minuti.
Tra le applicazioni per la creatività, quella più coinvolgente è Suno, usata per ben 1 ora e 3 minuti al mese, probabilmente perché permette non solo di creare musica, ma anche di ascoltarla.
Seguono l’app Ideogram per la creazione di immagini, usata per 36 minuti, e Eleven Labs per le voci, sfruttata per 28 minuti.
Le app per la realizzazione di video come Kling e Runway si attestano sui 15 minuti di utilizzo.
In definitiva, l’adozione delle applicazioni di intelligenza artificiale generativa in Italia è in piena accelerazione e mostra segnali molto promettenti soprattutto per i principali chatbot come ChatGPT, Gemini e Copilot. Al tempo stesso, emergono interessanti nicchie d’uso in campo creativo e relazionale, con potenzialità ancora tutte da esplorare. La sfida dei prossimi mesi sarà quella di passare dal tipo di uso attuale, sporadico e sperimentale, ad una vera integrazione nella quotidianità professionale e personale degli italiani, trasformando così queste tecnologie da semplici strumenti esplorativi a compagni essenziali e abituali della vita digitale.