Oggi iniziano le sue lezioni alla Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” e, non potendo essere presenti, accontentiamoci di alcune sue considerazioni. Lui è Fabio Giglietto, studioso della co-evoluzione fra sistemi sociali e nuovi media.
– Fabio, secondo te il blog è morto ?
Ora che mi ci fai pensare penso proprio che il blog sia morto. J Certo, stando ai dati di Technorati, ogni giorno si aprono 120.000 nuovi blog e vengono pubblicati 1,5 milioni di nuovi post. Dati impressionanti che descrivono tuttavia un certo rallentamento rispetto alle precedenti rilevazioni.
Non è tuttavia questo aspetto statistico a farmi pensare alla morte del blog quanto il rapporto con i siti di social networks come MySpace o Facebook. Questi siti consentono infatti di fare le stesse cose che si possono fare con un blog (ovvero essenzialmente articolare la propria identità attraverso la condivisione di contenuti ed informazioni) ma in modo più semplice ed efficace. La logica del blogroll che in qualche modo appare come un pur indispensabile accessorio nei blog, diventa centrale nei siti di social networks. Inoltre queste applicazioni consentono di condividere diversi tipi di contenuti oltre al testo senza passare per altri servizi o editare il codice della pagina.
Ovviamente chi ha aperto un blog non vi rinuncerà per un profilo su un sito di social networks ma per i nuovi arrivati la seconda opzione potrebbe essere più semplice ed accattivante.
Il limite di siti come Facebook è che consentono di importare ma non di esportare i contenuti. Sono una specie di buchi neri. In questo Facebook è in netta controtendenza rispetto allo spirito di condivisione/riutilizzo/condivisione caratteristico del Web 2.0. D’altra parte, se Facebook consentisse, ad esempio, di esportare in formato RSS il News Feed (quello che i tuoi amici stanno facendo) e il Mini Feed (quello che tu stai facendo), rimarrebbero ben pochi motivi per fare login nella piattaforma.
Per questo motivo ritengo che anche i social networks saranno a loro volta superati da applicazioni aperte che consentiranno di articolare la propria identità (1) aggregando e condividendo i propri contenuti distribuiti in rete su diverse piattaforme aperte, (2) gestendo i livelli di privacy attraverso la logica della rete di amicizie (come fanno i social networks ma magari consentendo qualcosa di più raffinato del semplice amico/non amico), (3) producendo flussi informativi delle attività svolte dall’utente in formato riutilizzabile. Facebook (ma anche siti come last.fm) insegnano infatti che non solo i contenuti prodotti ma anche informazioni personali (come il semplice log delle attività svolte o della musica ascoltata) è materiale utile alla costruzione dell’identità. Forse il blog è dunque morto, ma l’esigenza che ne ha decretato il successo è più viva che mai.
– Quale sarà la “next big thing” ?
Sarà quello che alcuni chiamano Web 3.0. Ovvero la convergenza fra Semantic web e Folksonomy. Vedo moltissimi tentativi in questo senso. Da Freebase che partendo dalla base di dati di Wikipedia consente agli utenti di aggiungere relazioni di significato fra i lemmi a Spock che cela dietro la semplice idea di un motore di ricerca specializzato nel trovare persone, la possibilità di confermare e costruire relazioni semantiche comprensibili alle macchine fra le identità degli utenti della rete. In questo senso terrei d’occhio quello che sta facendo Nova Spivack con la sua nuova startup Radar Networks – Il blog che manca ossia quale personaggio/azienda ti piacerebbe bloggasse ?
In Italia mi pare ci siano pochi docenti universitari, anche fra cui studia i media e la comunicazione, che hanno un blog. Mi piacerebbe dunque che personaggi come Alberto Abruzzese o Fausto Colombo avessero un blog. Se riesce a tenerne uno Henry Jenkins, lo possono fare anche loro. Ovviamente, e lo dico a scanso di equivoci, la cosa ha senso solo se i post li scrivono veramente loro 🙂
Per fortuna i giovani ricercatori che studiano Internet raccontando e condividendo le loro idee sui blog non mancano come dimostrato dall’accoglienza riservata all’iniziativa Aperitivo per Internet Researcher che ha riunito, a margine del convegno nazionale dell’Associazione Italiana di Sociologia di Urbino in un contesto del tutto informale, alcuni fra i maggiori studiosi (ma non solo) che in Italia si occupano oggi di studiare il rapporto fra Internet e società.
– L’applicazione alla quale non rinunceresti ?
La versione beta di Opera per Windows Mobile . Chi ha scritto che l’iPhone è il primo dispositivo mobile che consente di fruire in modo soddisfacente i siti Internet tradizionali non ha mai provato Opera.
Stesso dicasi per la versione di Opera per Wii che grazie allo zoom ed un’interfaccia particolarmente ben studiata consente di leggere su uno schermo grande i feed senza sforzo anche dal divano di casa.
– La cosa che ti piace fare di più quando non blogghi ?
Di solito quando non bloggo faccio piani per conquistare il mondo. J
– Condividi con noi un link che merita
Ne ho condivisi parecchi nel corso dell’intervista. Aggiungo solo, per chi è spesso in giro e vuole leggere i feed sul display del suo cellulare la versione mobile di newsgator: http://m.newsgator.com Da poco rinnovata è leggerissima e non fa rimpiangere il suo fratello maggiore.
Leggi le precedenti risposte di:
Prossimamente: Antonio Sofi, Luca Sofri, Federico Fasce, …
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