Una ricerca di Page Personnel, agenzia per il lavoro specializzata in ricerca e selezione di figure professionali, ha rilevato che metà delle aziende italiane blocca l’accesso a Facebook. Francesca Contardi, amministratore delegato della società, spiega che le motivazioni principali sono i timori di spionaggio industriale e la perdita di produttività.
Il Sole 24 Ore mi ha chiesto un’opinione sull’argomento. A mio avviso decisioni di questo tipo andrebbero prese ponderando non solo i rischi, ma anche le opportunità derivanti dall’uso consapevole dei social media da parte dei dipendenti.
Le aziende dovrebbero provare a disegnare un percorso condiviso, delineato da training e social media policy, finalizzato a “dare più potere” ai dipendenti, mettendoli nella condizione di dare risposte rapide ai clienti attraverso la rete. E’ quello che sostengono anche Josh Bernoff e Ted Schadler nel recente Empowered o il mitico CEO di Zappos, Tony Hsieh, che nel suo Delivering Happiness spiega come bisognerebbe puntare a diffondere la cultura del servizio al cliente, rendendo felici i dipendenti.
ah e io che pensavo che chiudessero FB come misura anticazzeggio…che ingenuo che sono