Lo show messo in piedi da Santoro non ha soltanto centrato l’obiettivo Auditel (una stima di 8.670.000 di spettatori e uno share del 33,58%), ma è stato anche il più commentato di sempre sui social network. In particolare la “visione connessa” attraverso Twitter ha fatto registrare dei numeri record: sono stati 204.636 i cinguetti lanciati, con un picco di 1.885 tweet al minuto.
Il record precedente apparteneva al confronto tra Bersani e Renzi, a cura del TG1, che aveva prodotto 131.847 tweet provenienti da 25.074 utenti. Ieri anche la platea dei commentatori è stata più ampia, tanto da raggiungere 48.469 persone attive.
Nessuna sorpresa per quanto riguarda i termini più utilizzati che hanno rispecchiato i protagonisti della trasmissione: “Berlusconi” (usato 62.766 volte), “Santoro” (40.559 volte) e “Travaglio” (36.495).
Le discussioni, aggregate principalmente attorno all’hashtag #serviziopubblico, usato 118.397 volte, sono state caratterizzate da un mood negativo (68% secondo l’analisi semantica condotta da Blogmeter) e da una prevalenza di contenuti non prettamente politici. Molte le critiche alla gestione della trasmissione e le battute di spirito a commento: la più rilanciata è stata quella della Guzzanti “#ServizioPubblico non mi avete convinta. Non voterò Berlusconi“.
Insomma il “circo Barnum” in televisione è stato seguito specularmente anche dalle audience connesse in rete, con un tifo da stadio, speculare allo spettacolo messo in scena, ma l’indice di gradimento non è stato dei migliori. Si spera che le prossime trasmissioni politiche sappiano bilanciare meglio contenuti e ritmo. Anche il dibattito in rete ne gioverebbe, come dimostrato dai confronti tv delle primarie.
Ne ho parlato stamattina a Melog (Radio24) con Gianluca Nicoletti e Alessandro Lanni di Reset (podcast), e nel pomeriggio con Pietro Salvatori di Huffington Post che ha cercato di capire anche l’impatto sul voto della trasmissione di ieri.
Capace che la trasmissione perfetta non esiste e nemmeno quella che sposta voti, a meno che non faccia clamorose rivelazioni. Su Berlusconi ormai tutto
è stato detto e trovare il programma che sposta consensi è spesso utopistico: in molti casi crederci o non crederci è solo questione di “fede”. In più, a volte il confronto diretto tra due “eterni nemici” che si sono affrontati solo indirettamente attutisce i toni più che aumentarli, vedi per esempio Grillo che in televisione non ci va, e se questo fosse vero la strategia di Berlusconi sarebbe leggermente vincente.
Pur di apparire in tv il caimano ha fatto visita alla tana del lupo.
Di conseguenza i servili di famiglia Ferrara- Sallustri e c. hanno sbandierato ai quattro venti le cazzatte dette dal loro padrone.