I dati del 12° rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione quest’anno certificano l’impressionante divergenza tra i consumi mediali di giovani e meno giovani (qui i dati del 2011 per qualche confronto).
In generale accanto al drastico calo dei consumi dei quotidiani, si registra la tenuta della TV e della radio, e la crescita di internet e smartphone (per approfondire Pier Luca Santoro).
Nel dettaglio si nota come i più giovani preferiscano informarsi soprattutto attraverso Facebook (71% contro il 61,5% del 2011), usando Google, la TV e YouTube. Ne consegue che la nuova iniziativa di Zuckerberg per dare nuovo spazio alle news potrebbe non essere una cattiva idea per gli editori (mia opinione su ANSA).
Al contrario le fasce più avanti con l’età sono ancora legate a fonti tradizionali come TV e giornali radio. Twitter, che mira ad assolvere il ruolo di moderno newswire, rimane in una posizione di nicchia.
Le attività maggiormente effettuate in rete sono la ricerca di strade/luoghi (lo fa il 60,4% degli utenti del web) e di informazioni su aziende, prodotti, servizi (56%). Segue l’home banking (46,2%), l’ascolto della musica (43,9%, percentuale che sale al 69,9% nel caso dei più giovani) e la visione di film (25,9% che passa al 46% tra i giovani).
Dichiarano di fare acquisti su internet ormai il 43,5% degli utenti del web. Un punto di non ritorno per l’e-commerce, ritenuto più economico e pratico, anche se ancora un 28,7% lo considera a rischio di truffe.