Google Buzz o della costruzione di spazi sociali attorno ad un servizio

Il grande successo dei social network ha, indubbiamente, spiazzato giganti come Microsoft e Google.
Alla costruzione paziente di luoghi relazionali (Facebook ha impiegato 6 anni per ottenere 400 milioni di utenti), questi hanno contrapposto una nuova strategia: quella della edificazione di uno spazio sociale attorno ad un servizio di gran successo. E’ un po’ come progettare una piazza attorno ad una cabina telefonica o ad un ufficio postale, provando a convincere chi entra a trattenersi all’esterno.
Microsoft, partendo da Windows Live Messenger ha riunito tutti i servizi sotto Live, per dare agli utenti un luogo dal quale gestire le proprie relazioni.
Google-Buzz
Google, non essendo riuscita a sviluppare Orkut o Jaiku, sta provando a far leva sui 100 milioni di utenti di GMail per promuovere Google Buzz.
Questa strategia è, di fatto, una scorciatoia irta di numerosi pericoli: la privacy (la pubblicizzazione automatica dei contatti privati), la percezione di una forzatura da parte degli utenti, la difficoltà di dare un decòr ospitale e soprattutto un senso ad una costuzione aggiunta posticciamente (nel caso di Buzz il senso potrebbe essere l’uso da mobile e la geolocalizzazione, mentre il design è ancora troppo geek).

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