Dopo “Here comes everybody” nel quale aveva descritto le trasformazione dei media e la nascita del consumatore/produttore, Clay Shirky nel nuovo “Cognitive Surplus” prova ad esortare il lettore ad un impiego sociale del proprio surplus cognitivo.
Partendo dall’analisi storica di come cambia l’utilizzo di questo “tempo dell’intelletto liberato”, dai bevitori di gin del ‘700 ai couch potatoes dell’era televisiva, Shirky arriva a sbatterci in faccia un dato impressionante: ogni anno gli statunitensi trascorrono 200 miliardi di ore davanti alla tv, mentre per creare Wikipedia, una risorsa utile per tutti, ci sono volute “solo” 100 milioni di ore.
Per la prima volta oggi l’interconnessione tra le persone, attraverso internet e piattaforme specifiche, ci permette di trattare il tempo libero come una risorsa globale condivisa, che può essere usata per creare nuovi modelli di partecipazione e condivisione, per scopi comuni.
Chiaramente non ci vuole soltanto del tempo libero per spingerci verso un’azione sociale, spiega Shirky, ma quattro elementi fondamentali:
– Mezzi: ossia piattaforme tecnologiche abilitanti che rendono poco costoso e semplice agire collettivamente
– Motivazione: una molla che può essere intrinseca o estrinseca, e che spesso va anche stimolata con i giusti incentivi
– Opportunità: occasioni nuove, per esempio di condivisione che, nell’era pre-internet, erano impensabili
– Cultura: ossia un set condiviso di valori e pratiche in grado di regolare le attività di una comunità e le relazioni tra i membri
Anche se meno coinvolgente del primo, la lettura di quest’ultimo lavoro di Shirky, venato del suo solito ottimismo, risulta piacevole e stimolante. Terminato il libro, l’effetto immediato è iniziare a chiedersi: come sto usando il mio tempo libero?
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