La prepotenza del fenomeno Facebook in Italia non poteva non contagiare anche i politici.
L’entità di questo contagio emerge dalla nuova ricerca realizzata da Stefano Epifani (Scienze della Comunicazione – Sapienza di Roma) che ha preso in considerazione i parlamentari, i sindaci di capoluogo e un campione rappresentativo degli amministratori locali sotto in trent’anni.
Hanno un profilo personale su Facebook: il 29% dei deputati e dei senatori (solo il 13% ha un blog), il 33% dei sindaci, il 66% dei giovani amministratori locali.
Il problema è che solo il 55% dei parlamentari ha interagito negli ultimi mesi in una qualche maniera con i propri (e)lettori (la percentuale sale al 53% nel caso dei sindaci e al 68% in quello degli amministratori locali).
Insomma anche i politici, come molte aziende, considerano i social media come un canale broadcasting e non come un’occasione di conversazione. Ecco perchè Stefano Epifani, Roberto Lippi, Alessio Jacona e Magda Paolillo hanno scritto un Manuale di Comunicazione in Rete, disponibile sia in libreria che online gratuitamente.
Vincos, escluderei dall’analisi (se presenti) gli amministratori locali dei piccoli centri perché la loro è una occupazione in più, spesso dettata da un sano desiderio contributivo e volontaristico, se vogliamo “criticare” l’utilizzo mainstream dei social network. In altre parole, per questa categoria ammetto che l’aprire una pagina su FB e ascoltare le lamentele delle persone rischia di essere un boomerang per la mancanza di tempo da dedicare. Diversa è invece la posizione dei politici di professione, dotati di team di supporto spesso piùnumerosi di quelli di un’area comunicazione di una media azienda 🙂
Pepe
non avete vergogna per vergognarvi tutti i politici