Con oltre un miliardo di visitatori al mese YouTube può essere considerato il posto ideale per comprendere quali sono gli oggetti visivi che compongono l’immaginario degli abitanti del pianeta.
La piattaforma mette in evidenza i video più visti del momento, ma per la prima volta il MIT Center for Civic Media si è preso la briga di raccogliere queste informazioni per un periodo esteso (da maggio ad oggi mi conferma Ethan).
Il risultato è What we watch, una mappa interattiva dei gusti mondiali, che permette di esplorare anche le affinità tra i popoli.
E così si scopre che gli statunitensi hanno gusti più simili ai tedeschi e agli olandesi, che non ai vicini canadesi o messicani. E che gli italiani condividono le stesse passioni visive di francesi, austriaci, danesi, irlandesi e cechi.
Nel nostro paese il video che è stato per più tempo tra quelli più visti nel periodo di osservazione è di Moreno, seguito da uno spot di Samsung (il ruolo dell’advertising nella fase di spinta non è da sottovalutare).
I video musicali la fanno da padrone ovunque, ma ciò che emerge è che il fatto di essere diffusi attraverso una rete globale non necessariamente garantisce una viralità globale. I fattori linguistici e culturali rappresentano ancora una barriera. Una dimostrazione pratica della tesi che sostiene Ethan Zucherman, padre dell’esperimento, nel suo Rewire.