Twitter: costellazioni di menzioni

Qualche giorno fa su Repubblica Maurizio Ferraris, ordinario di filosofia teoretica, ha azzardato una interpretazione dei social network basata sulle categorie della ragione e del sentimento. Facebook sarebbe l’empatia, il sentimento, perché trasmette stati d’animo. Twitter la ragione, in quanto dà il suo meglio nel ridistribuire e filtrare l’informazione. Inoltre, rispetto a Facebook, punta di più su quello che vogliamo sapere del mondo piuttosto che su quello che vogliamo far sapere al mondo. Peccato che il filosofo, che apprezzo per le sue riflessioni sulla documentalità e sugli oggetti sociali, si sia limitato a prendere per buono lo statement ufficiale di Twitter (cambiato troppe volte nel corso degli anni senza corrispondere a modifiche funzionali) senza considerare come proprio l’asimmetria del network favorisca il fenomeno dell’egocasting.
Come se non bastasse in questa guerra immaginaria tra filosofie contrapposte, Ferraris introduce superficialmente Google+ che rappresenterebbe la conservazione, “Sua Maestà l’Archivio”.

Per fortuna qualche colonna più in là, grazie ad un’intervista della Lipperini, i Wu Ming 1 e 2 hanno provveduto ad una definizione più pragmatico-funzionale:

Twitter non si presta assolutamente alle lunghe discussioni tra più persone, un po’ per il limite dei 140 caratteri, un po’ per la grande velocità dei flussi. Il link verso testi più articolati diventa indispensabile. Questo fa di Twitter un network ‘estroflesso’, proteso verso l’esterno, mentre Facebook ha l’ambizione di inglobare tutto quanto (mail, gruppi di discussione, risorse multimediali) e bastare a se stesso.

A conferma di questo mi sono imbattuto nel lavoro, ancora poco conosciuto, di Isaac Hepworth, ex Google e ora product manager del search di Twitter, che per hobby ha scattato una fotografia di questo universo di menzioni (utilizzando Graphviz).
A dispetto dell’apparente complessità della social network analysis si tratta di soli 10 minuti di conversazioni avvenute il 21 giugno scorso tra gli utenti di Twitter. Ogni punto rappresenta un account e ogni freccia da punto a punto una menzione (un click per visualizzare l’immagine nelle dimensioni originali).

twitter mentions constellation

Al centro di questa galassia si trova la più estesa componente connessa del grafico, visualizzata di seguito.

twitter costellazione di menzioni

In basso la versione zoomabile (richiede Silverlight)

3 replies on “Twitter: costellazioni di menzioni”
  1. says: Angelo

    Bellissima! E pensare che sono appena 10 minuti… fa riflettere molto sulla vastità di dati a disposizione e sulla sempre maggiore necessità di sintesi e accesso filtrato all’informazione 🙂

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